Di quella sonata creata in origine da Giuseppe Tartini, Il trillo del diavolo.
Essi sono solo un esempio di come nel corso della storia il diavolo si sia intrufolato e abbia danzato sul pentagramma, a volte per volere degli stessi autori.
Il Satana musicale in quel tempo diventa la ripetizione ossessiva di un tema nelle melodie suonate da più strumenti.
È una difficoltà, una tentazione per il musicista.
E insieme al diavolo ci sono le streghe e i loro sabba, che troveranno spazio nel panorama musicale ottocentesco.
Il panorama musicale russo ci regala delle composizioni di rara bellezza.
Un esempio di questo tipo di narrazione musicale è a Modest Petrovich Mussorgsky.
Nel 1866 il musicista russo ispirandosi alle fiabe cupe del suo paese iniziò a scrivere un poema sinfonico dal soggetto demoniaco.
Il brano doveva raccontare di un raduno di streghe che ballano in attesa dell'arrivo del loro Signore Satana.
Pare che l'autore russo si sia ispirato anche alle leggende sulle streghe di Benevento, ascoltate durante un viaggio in Campania.
Nascerà così Una notte sul monte Calvo.
Chi come me è nato negli anni '80 ricorda questo titolo per uno specifico motivo.
Nel 1940 il brano venne riorchestrato dal direttore anglo-polacco Leopold Stokowski per il film Fantasia della Disney, film che sarà ridistribuito nel 1990 in occasione del suo cinquantesimo anniversario.
Molti di voi come me hanno sicuramente ancora a casa la VHS originale di questa riedizione.
Nel mio caso è particolarmente consumata proprio sull'episodio del Monte Calvo, il mio preferito.
La rivisitazione disneyana è particolare, rappresenta la lotta tra il bene e il male che da sempre contraddistingue la vita dell'uomo.
Proviamo a ricordare insieme questo capolavoro dell'animazione.
A mezzanotte un demone nero con grandi ali da pipistrello e occhi gialli fiammeggianti si desta. Si tratta di Chernabog, personaggio disneyano ispirato al demone russo dell'oscurità e al classico diavolo cristiano. Egli richiama gli spiriti maligni dalle loro tombe, invita le streghe a ballare al suo cospetto.
Gli spiriti danzano e volano finché si ode il suono di una campana.
A questo punto si interrompe il brano di Mussorgsky e inizia la delicata Ave Maria di Schubert.
Chernabog infastidito richiama i suoi spiriti, si addormenta nuovamente mentre lentamente albeggia. Si ode in lontananza un coro cantare l'Ave Maria mentre si intravede una processione di fedeli che si incammina attraverso la foresta verso una cattedrale.
La notte lascia spazio al giorno, la tenebra lascia spazio alla luce, il male è di nuovo sconfitto.
Se nel cartone non si sa se e quando Chernabog tornerà a fare danzare le sue streghe certamente sappiamo che nella musica il diavolo può sempre ritornare, ed è incalzante, ossessivo e ripetitivo.
D'altronde, si dice che perseverare sia diabolico.
Il diavolo in musica è anche un tentatore subdolo.
Ispirazione, ripetizione di un tema.
Il diavolo non smette di riscrivere se stesso in più forme, letteratura e musica.
Lucifero si reinventa e oltre a essere un tentatore diventa un giullare che gli uomini prendono in giro.
Così viene descritto da autori e compositori.
Anche Pëtr Il'ič Čajkovskij si cimenta con un'operetta dal sapore comico in cui troviamo un diavolo tentatore.
Čajkovskij che come Mussorgsky aveva trovato spazio nel film Disney Fantasia, dove viene utilizzata la sua opera celeberrima Lo schiaccianoci.
Nell 1887 viene rappresentata per la prima volta l'opera Gli stivaletti, ispirata da un'altra opera dello stesso Čajkovskij Il fabbro Vakula.
L'opera è ambientata in Ucraina, nel XVIII secolo.
La storia narra di un uomo, Vakula il fabbro, innamorato della bellissima Oksana.
Purtroppo questo amore è osteggiato in primis da Solocha, madre di Vakula, che è anche una strega. La donna in più riprese evoca un diavolo e amoreggia con lui chiedendogli di impedire al figlio di coronare il suo sogno d'amore con Oksana.
La ragazza, molto capricciosa, gli ha promesso di sposarlo solo se lui le porterà in dono degli stivaletti nuovi, e Vakula purtroppo fallisce nell'intento, e finge di uccidersi.
Sulle rive del fiume il diavolo propone a Vakula di cedere la sua anima per quegli stivaletti, ma con uno stratagemma Vakula salta in groppa al diavolo, e si fa portare a San Pietroburgo dove chiederà le scarpe addirittura alla zarina, vedendosele però negare.
Tornato a casa Oksana, felice che Vakula sia vivo, accetta di sposarlo anche senza il dono degli stivaletti.
Čajkovskij ci mostra un diavolo che fa il gradasso ma che è facile da imbrogliare, tanto da diventare un misero destriero.
Succede nelle fiabe e nelle leggende europee, succede nella musica.
Un altro autore russo ne è un ottimo esempio.
Igor' Fëdorovič Stravinskij nel 1918 scrive Histoire du soldat, storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti, un'opera da camera in cui unisce il diavolo tentatore faustiano con il diavolo gabbato, tragicomico.
Anche Stravinskij si ispira alle fiabe russe
in particolare le fiabe popolari russe raccontate da Aleksandr Nikolaevič Afanas'ev, pubblicate fra il 1855 e il 1864.
Stravinskij riprese due racconti, Il soldato disertore e il diavolo e Un soldato libera la principessa, per scrivere questa sua versione del Faust, il noto dramma in versi di Johann Wolfgang von Goethe scritto nel 1808.
Anche le musiche napoletane del 1800 trovano spazio, riadattate, in questa opera. Stravinskij infatti amava moltissimo l'Italia, tanto da viverci saltuariamente.
Nell'opera del compositore russo vediamo
Il diavolo tentare Joseph, un povero soldato che suona il violino.
Il violino, ricordate, quello strumento così maledetto e che Lucifero sa suonare divinamente secondo il Tartini.
Il diavolo chiede a Joseph di vendergli il violino in cambio di un libro magico in grado di garantire numerose ricchezze, dato che racconta di fatti non ancora avvenuti, cosa che chi lo possiede può usare a suo vantaggio.
Se Joseph rimarrà tre giorni con lui per insegnargli a suonare, cedendogli lo strumento, il diavolo gli darà il libro.
Il soldato accetta il patto, ma scoprirà di essere stato raggirato.
Sono infatti passati tre anni e Joseph, seppur ricco, scopre di aver perduto ogni amore della sua vita.
Il diavolo comparirà da allora molte volte nella vita di Joseph per tentarlo e truffarlo, fino alla sfida finale dove il soldato esorcizza il diavolo che si era rifugiato nel corpo di una principessa.
Suonando il violino Joseph scaccia il diavolo che lo maledice. Se Joseph lascerà il regno della principessa lui lo porterà all'inferno.
Dopo anni il soldato, credendosi al sicuro, decide di tornare a casa, ma ecco che appena varca il confine del regno il diavolo lo cattura e lo porta via per sempre, suonando il suo violino.
Stravinskij ci mostra un diavolo molto vicino al Satana biblico.
È un diavolo che viene ingannato ma è egli stesso ingannatore, che sa attendere con pazienza l'uomo al varco della sua arroganza.
Il monito finale dell'opera ci porta a comprendere che la felicità non si può accumulare con ingordigia, ma va vissuta.
È interessante notare che l'anno in cui Stravinskij porta in scena L'Histoire du soldat è il 1918, anno in cui l'Europa era ancora dilaniata non solo dagli strascichi di conflitto mondiale, ma anche dalle morti causate dall'epidemia di spagnola.
Poi ci dicono che la storia è ciclica, e non ci si crede.
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