L'età consigliata per l'utilizzo delle tavole Ouija è dagli 8 anni in su.
Quindi devi avere almeno 18 anni per comprare e consumare alcolici, ma per evocare uno spirito basta aver concluso con o senza successo la seconda elementare.
Così recita una vecchia battuta che ormai gira da anni sul web, in particolare sui siti che si occupano di occultismo.
Fa sorridere, può sembrare anche un po' ridicola, ma rispecchia la realtà.
La tavola ouija è uno degli strumenti medianici più conosciuti e discussi.
La sua nascita è legata al desiderio, insito nell’uomo da secoli, di entrare in contatto col mondo degli spiriti.
La tavola ouija è costituito da una lamina in di legno sulla quale sono disegnate le lettere dell'alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, un "si" e un "no", un "ciao/benvenuto" e un "addio".
La tavola viene utilizzata per comunicare con gli spiriti durante le sedute medianiche, e per farlo il medium si avvale di un indicatore, la Planchette, che si muove sulla superficie della tavola per compitare delle parole.
La modalità di utilizzo più comune consiste nel porgere alle entità delle domande, e gli spiriti, usando il medium come canale, muovono la Planchette, su cui tutti i partecipanti hanno appoggiato il dito indice, sulla tavola ouija per formulare la risposta.
A brevettare la tavola ouija nella sua versione di tavoletta raffigurante l’alfabeto furono nel XIX secolo due imprenditori, Elijah J. Bond e Charles Kennard.
La storia della tavola ouija è assai avvincente e ricca di colpi di scena.
Charles Kennard era un imprenditore americano che commerciava in fertilizzanti.
Nel 1980 si trasferì nel Maryland dove conobbe E.C. Reiche, un immigrato prussiano che produceva mobili e che era diventato becchino e costruiva bare per arrotondare.
Due uomini che volevano dare una svolta alle loro vite.
Un settore che sembrava garantire una cospicua e continua entrata di denaro era lo spiritismo.
Da diversi anni infatti gli americani si rivolgevano a medium e sensitivi per poter parlare con i loro amati defunti.
Famiglie disperate in cerca di conforto, spesso a pagamento.
Kennard e Reiche iniziarono così a investire in questo settore e cominciarono a produrre una serie di “bacheche parlanti”, delle tavole che permettevano ai medium di comunicare meglio con gli spiriti.
I due imprenditori contattarono un avvocato, Elijah Bond, il quale sosteneva di avere una cognata in grado di comunicare con i defunti.
La donna si chiamava Helen Peters Nosworthy, ed è conosciuta come la madre della tavola ouija.
Classe 1851, Helen era nota per le sue sedute spiritiche private, e con la sua maestria riuscì a convincere l’ufficio brevetti di essere veramente in grado di contattare i morti.
Grazie a lei nel 1891 Kennard ottenne l’autorizzazione del governo federale per vendere la tavola con il nome “Ouija o la tavola egiziana della fortuna”.
Secondo alcuni sarebbe stata proprio Helen a ricevere dalla tavola stessa il nome ouija, gli spiriti le dissero che significava “buona fortuna” in egiziano antico.
Più tardi Bond smentirà tutto questo affermando che nome Ouija potrebbe derivare dall’unione della parola “sì” tradotta in francese (oui) e in tedesco (ja).
Anche l’atteggiamento di Helen cambiò nel corso degli anni, arrivando a dire che la tavola raccontava solo menzogne.
In seguito a una seduta spiritica con la sua famiglia Helen disconobbe la validità della tavola, la quale le aveva rivelato che uno dei suoi fratelli aveva rubato dei preziosi bottoni, cimeli di famiglia.
La donna non volendo credere a tale rivelazione rinnegò il suo passato da spiritista dicendo che gli spiriti mentono per confonderci e metterci gli uni contro gli altri.
Nel corso degli anni il brevetto è passato attraverso molte mani.
Inizialmente furono Kennard e Bond a gestire la produzione della tavola, che veniva sponsorizzata come un divertente gioco di società dalla neonata azienda Kennard Novelty Company.
E.C. Reiche sparisce dalle scene.
Secondo tanti testimoni fu lui l’effettivo inventore della tavola, colui che ha creato il prototipo finale, più maneggevole rispetto alle precedenti, eppure a un certo punto stranamente non viene più nominato, lasciando il suo posto ad Elijah Bond.
Nessuno sa come mai Reiche abbia smesso di lavorare con gli altri imprenditori, si sa solo che è morto nel 1899.
La Kennard Company nel frattempo prospera e tra i dipendenti della compagnia spicca un verniciatore, William Fund.
Dopo circa un anno, Kennard lascia l’azienda per dedicarsi ad altre attività, che comprenderanno sempre dei brevetti di tavole medianiche.
Sarà proprio Fund a prendere le redini dell’azienda.
Anche Bond lascia l’azienda e crea una sua compagnia, la Swastika Novelty Company, e lanciò un nuovo modello di tavola, chiamata Nirvana.
Riprese inoltre il suo lavoro di avvocato.
Bond morirà nel 1921, e la sua lapide raffigura una tavola ouija.
Sotto la guida di William Fund la Kennard cambiò nome divenendo la Ouija Novelty Company e continuò a produrre tavole ouija oltre a tavoli da biliardo ed altra mobilia.
A William si unì il fratello, Isaac Fund, e diedero ancora un nuovo nome alla compagnia, Isaac Fuld & Brother.
Ma l’idillio tra i fratelli durò solo quattro anni, William infatti ottenne che il fratello venisse escluso dalla compagnia, e fondò la William Fuld Manufacturing Company.
Isaac ne fu così amareggiato che si trasferì e fece addirittura riesumare il corpo della figlia per seppellirlo nel cimitero della città dove era andato ad abitare.
I due rami della famiglia non si parlarono per quasi un secolo, se non tramite ingiunzioni.
Entrambi continuarono a produrre le tavole ouija, chiamandole come nomi diversi, Oriole e Oracle, per evitare le reciproche denunce di plagio.
William decise a un certo punto di produrre tavole ouija a basso costo, con materiali meno pregiati, e questa mossa gli permise di aumentare i propri introiti a discapito del fratello.
Non solo materiali poveri ma anche diversificazione.
William Fund creò altre tavole, ad esempio la Sphynx oracle board, sulla cui lamina erano disegnati sfingi, piramidi e geroglifici, un richiamo al misterioso Egitto e al nome della tavola, come era stato detto da Helen Peters in origine.
Nel 1920 creò la Mystic board, detta anche Mitche Manitou, legata alla magia dei nativi americani.
Successivamente vennero prodotte anche la Hindi board, che mescolava la mitologia hindu e gitana, e la Mecca Board, dove la planchette era a forma di lampada di Aladino.
William Fund dunque aveva capito che se voleva guadagnare più soldi doveva aprirsi ad ogni mercato possibile e attirare le simpatie di ogni religioso americano.
Fund creò anche degli oli definiti miracolosi per curare i reumatismi, gli Ouija oils.
Ma la tragedia era dietro l'angolo.
Nel 1927 William Fund precipitò dal tetto di una fabbrica che aveva costruito anni prima, ispirato da una seduta spiritica.
Gli spiriti attraverso la tavola gli avevano consigliato infatti di espandersi nuovamente.
Fund riportò numerose fatture e morì in ospedale.
Sul letto di morte supplicò i figli di smettere di vendere le tavole ouija, perchè forse Helen Peters aveva ragione: non ci si può fidare degli spiriti.
I discendenti ovviamente non lo ascoltarono e continuarono l’attività di famiglia fino al 1966 quando vendettero tutto alla Parker Brother, che aveva sede a Salem, Massachusetts.
Non poteva esserci sede migliore per una tavola spiritica.
La Parker sarà acquisita anni dopo dalla Hasbro, che dal 1991 ad oggi possiede dunque il brevetto della tavola ouija.
La Hasbro vende ancora oggi la tavola come gioco di società, ma essa viene comunque venduta come strumento di divinazione da diverse aziende, la si può reperire anche online.
Chi si occupa seriamente di occultismo spesso è restio a vendere la tavola Ouija a chiunque, consapevole del potenziale di tale strumento.
Dunque, cosa si nasconde davvero dietro alla natura di questo oggetto?
Quali porte può aprire?
Il consiglio degli spiritisti è ovviamente di non utilizzare la ouija a cuor leggero, ma se proprio volete comunicare con gli spiriti usando la famosa tavola ci sono regole da rispettare, perché come abbiamo già detto, la Ouija non è un giocattolo anche se viene venduto come tale, ma uno strumento di comunicazione medianica tra i più potenti.
Non usate mai la tavola Ouija da soli.
Scegliete un luogo tranquillo, in cui vi sentite al sicuro, soprattutto ricordate di non comunicare con gli spiriti in siti di sepoltura, case infestate e luoghi dove si è compiuto un crimine violento.
Come prima cosa si saluta, un "buongiorno" non si nega a nessuno soprattutto agli spiriti.
Se si riesce a stabilire un contatto con un'entità spesso si è tentati di recitare la classica battuta cinematografica “Se ci sei batti un colpo!”.
Ecco, non chiedete mai allo spirito un segno fisico della sua presenza, limitatevi alla compitazione sulla tavola.
Chiedergli di manifestarsi facendo qualcosa nel nostro ambiente sarebbe come dargli il permesso di entrare nel nostro mondo.
Non fate domande riguardanti Dio, il Diavolo o l’Aldilà, mai chiedere la data della propria morte.
Trattate sempre gli spiriti evocati con cortesia e rispetto, non provocateli per ottenere una reazione, questo equivale a dar loro forza, e viene visto anch’esso come un invito specifico a manifestarsi.
Quando avete finito la seduta è molto importante congedare lo spirito salutandolo e ringraziandolo per aver parlato con voi, e ricordate di rimuovere la planchette dalla tavola.
Perché tante precauzioni, chiederete voi?
La risposta è semplice: quando stabilite un contatto non si può mai sapere chi c’è davvero dall’altra parte a conversare con voi, può trattarsi di uno spirito pacifico come di un’entità malvagia.
E l’entità maligna altro non vuole che varcare i confini del mondo oscuro per esercitare il suo potere nel nostro mondo, quindi, per la vostra sicurezza attenetevi a queste poche regole precise.
Nei giorni a ridosso di Halloween il velo che ci separa dal mondo dei morti è più sottile.
Anni fa parlai con una sensitiva e lei mi spiegò che è sconsigliato cercare di contattare gli spiriti a Samhain e nelle notti che immediatamente lo precedono e lo seguono, perché i morti sono particolarmente inquieti in quei giorni, e potrebbe essere addirittura pericoloso, dato che non si può sapere chi varcherà quel velo, se uno spirito familiare affettuoso o qualche entità maligna.
Per qualche giorno è meglio evitare letture di tarocchi, divinazioni e soprattutto sedute spiritiche, in modo particolare se non siete esperte della pratica.
Esiste un gioco giapponese molto simile all’occidentale tavola Ouija, ne ho trovato traccia nelle mie recenti ricerche, e devo dire che è stata una scoperta interessante.
Si chiama Kokkuri-San.
Il termine Kokkuri in giapponese indica l’azione di muovere qualcosa in su e in giù, tipico di quando si compita sotto la guida di uno spirito.
Lo spirito che viene evocato è uno solo, il Kokkuri-San, che ha le sembianze simili a quelle di volpe o di procione, ed è famoso per essere imprevedibile. Imbroglione ma anche fedele, malizioso ma anche gentile.
Per giocare a Kokkuri-san si deve essere almeno in due persone, occorrono un foglio di carta, una penna, un pennarello rosso e una moneta.
Sul foglio di carta i partecipanti disegnano con un pennarello rosso un "torii”, un cancello tradizionale giapponese, il torii rappresenta la via d’entrata e di uscita attraverso cui lo spirito potra' muoversi.
Con la penna si scrivono "SÌ” e "NO", in giapponese ovviamente, ai lati del torii, e sotto di esso si scrivono di numeri da 0 a 9, infine le lettere dell’alfabeto giapponese.
È importante lasciar aperte una finestra o una porta, in modo che il Kokkuri-san possa entrare e uscire dalla stanza.
Si inizia posizionando la moneta sul torii, e ogni persona presente mette il dito indice sulla moneta.
A questo punto si evoca lo spirito: "Kokkuri-san, Kokkuri-san, se sei qui, ti prego di spostare questa moneta.", e a turno i partecipanti pongono a Kokkuri-san qualsiasi domanda. Lo spirito a questo punto, se presente, sposterà la moneta, compitando le risposte lettera dopo lettera.
Il gioco si conclude salutando lo spirito, dicendo: "Kokkuri-san, Kokkuri-san, ti prego di tornare a casa." e si sposta la moneta prima sul SÌ è poi sul torii.
A differenza della tavola Ouija sono necessarie alcune precauzioni come distruggere il foglio o addirittura bruciarlo, e spendere il prima possibile la moneta usata per la seduta spiritica.
Questa varietà di tavole dedicate alla comunicazione medianica ci dimostra che l'uomo è sempre stato interessato a comunicare con il mondo degli spiriti, e nonostante questa curiosità ogni cultura è da sempre consapevole dei rischi che questo contatto può portare.
Quindi abbassate le luci, sedetevi, salutate gli spiriti e siate cordiali con loro.
Ma non dimenticate la regola più importante, quella che hanno imparato a loro spese molti di coloro che hanno commerciato in tavole Ouija.
Non importa cosa sentirete o vorreste sentire, non importa se e quanto vorrete aprire quella porta che ci separa dal mondo dei morti.
Gli spiriti lo sanno.
E gli spiriti mentono.