venerdì 25 dicembre 2020

Una nuova prospettiva al femminile.

Maria studia la Torah mentre Giuseppe tiene tra le braccia il bambino.
L’immagine è una miniatura a tempera e oro, "La Natività", tratta da un Libro d’Ore composto a Besançon, attorno al 1450. 
Non è l'unico esempio, una scena simile la troviamo anche in una miniatura di 
Guiart des Moulins, all'interno del primo volume della Bible 
historiale, databile tra 1403 e il 
1404.
Tempo fa è stato presentato al pontefice un presepe che raffigura una situazione simile, Giuseppe che culla Gesù mentre Maria riposa, e papa Francesco lo ha molto apprezzato.
È un'immagine importante. 
Spesso si pensa che la Bibbia e la teologia cristiana vedano a prescindere le donne come inferiori agli uomini, relegate a ruoli stereotipati.
Non è così.
È, come spesso accade, una distorsione. 
Guarda caso compiuta dagli uomini al potere, religioso in questo caso.
Studiando teologia ho spesso riscontrato queste storture, che per fortuna si sta cercando, forse con eccessiva lentezza, di correggere.
Io stessa vi proporrò degli approfondimenti a riguardo.
Non tutti conoscono la reale importanza delle figure femminili raccontate nella Bibbia, non tutti sanno grattare la superficie oscurantista che per secoli le ha incasellate per scoprire in profondità la loro vera natura. 
Le donne non sono comprimari degli uomini, sono soggetti attivi delle loro storie.
Essere donne, essere madri (per chi lo vuole diventare) non ci impedisce di essere anche altro.
Di dedicarci a ciò che amiamo, come la cultura, in questa icona ad esempio Maria studia la Torah come farebbe un uomo, un rabbino.
Arricchire lo spirito con la conoscenza non è prerogativa maschile, è universale, trascende il sesso e l'età.
Possiamo essere chi vogliamo, alla faccia di chi ancora oggi vorrebbe limitare il nostro potenziale dirci cosa fare della nostra vita e del nostro corpo.
Qui vediamo Maria, che è uno dei personaggi femminili più belli ma spesso sottovalutati della Bibbia, ne ho già parlato in un precedente articolo.
Maria non è solo madre in senso biologico, è madre spirituale di una rivoluzione culturale. 
Le donne del suo tempo difficilmente potevano decidere per se stesse, lei ad esempio dovette sposare Giuseppe, non aveva altre opzioni. Così era deciso dalla legge degli uomini.
Ma per la legge di Dio invece era libera, libera di scegliere.
Maria è luce, è libertà, perché libera fu la sua scelta di portare in grembo il figlio di Dio. 
Accettò quell'incarico che avrebbe potuto rifiutare.
E se ne assunse, giovanissima, la responsabilità.
E questa libertà da cosa poteva derivare se non dalla conoscenza, dalla consapevolezza che deriva dalla cultura?  
Maria è curiosa, intelligente, e la maternità non le impedisce di dedicarsi a ciò che ama, alla conoscenza.
La presenza di Giuseppe in questa icona è significativa. 
È un uomo che non mette in secondo piano la sua compagna, non si fa intimidire dalle capacità intellettive della donna che ha al suo fianco.
Fa un passo indietro, perché è la protagonista di questa storia. 
E dunque, chi festeggia il Natale come festa cristiana tenga presente anche questa prospettiva, che ci mostra come il nuovo, l'eccezionale, la luce siano di tutti e per tutti, e non solo ad appannaggio di pochi eletti.

Ne approfitto per augurarvi buon Natale, buone feste, vi auguro ogni felicità in questi tempi complicati.
Un abbraccio! 


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