giovedì 17 dicembre 2020

Hanukkah, una luce che sconfigge la tenebra.



In questi giorni le comunità ebraiche sono impegnate nelle celebrazioni di Hanukkah.
Spesso parlando di questa festa ebraica la si definisce volgarmente il "Natale ebraico", per via della vicinanza tra le date di queste festività.
Tale definizione è sbagliata per diversi motivi. 
Intanto perché Hanukkah è una festa molto più antica del Natale cristiano.
Inoltre il Natale come lo conosciamo nasce dalla mescolanza di più tradizioni, e tra queste ci sono, oltre allo Yule pagano e ai Saturnali romani, anche le celebrazioni ebraiche.
Basti pensare al fatto che Gesù era ebreo, e certamente l'influenza della Torah e delle festività giudaiche hanno condizionato la sua predicazione e soprattutto il formarsi, successivamente per mano dei suoi discepoli, delle tradizioni cristiane, incluse quelle del Natale.
Infine, le due festività parlano di eventi totalmente diversi tra loro.
Mentre il Natale ci ricorda la nascita di Gesù bambino, Hanukkah ha decisamente una storia diversa da raccontare.
Hanukkah (o Chanukkà, ma anche Chanukkah, a seconda delle varie pronunce della lingua ebraica) significa "inaugurazione", ma è anche voce del verbo "dedicare".
L'origine di questa etimologia e quindi delle origini di Hanukkah va ricercata nella storia del popolo ebraico. 
Intorno al 200 aC la Giudea, dopo anni di dominazione tolemaica, passa nelle mani dei Seleucidi, sovrani della Siria, sotto la guida del re Antioco III.
Inizialmente questo cambio di potere non preoccupò i giudei (pare che addirittura avessero aiutato il nuovo sovrano a insediarsi) soprattutto perché sapevano che i Seleucidi avrebbero concesso alla Giudea una particolare autonomia interna, religiosa e politica.
La situazione però è destinata a cambiare.
Nella guerra contro Roma i Seleucidi incassano una pesante sconfitta e la conseguente crisi economica del regno porterà i sovrani a saccheggiare i templi più ricchi dei loro territori, tra cui quello di Gerusalemme.
Questo gesto viene considerato dai giudei un sacrilegio imperdonabile.
A peggiorare la situazione è il nuovo sovrano, Antioco IV, che inizia a perseguitare gli ebrei per riuscire a portare a termine il suo processo di ellenizzazione della Giudea.
Ciò avrebbe significato l'abolizione della Torah come legge dello stato, cosa impensabile per i giudei dell'epoca, dato che avrebbe significato la perdita di tradizioni e valori.
Antioco IV non solo saccheggia il Tempio, ma vi fa erigere un altare a Zeus Olimpo.
Inizia ciò che il profeta Daniele chiamerà "abominio della desolazione" (Dan 9,26)
Vengono prese misure repressive contro il culto ebraico, viene impedita la circoncisione dei figli maschi e la celebrazione delle feste giudaiche.
Questa opera di ellenizzazione scatenerà la ribellione dei maccabei, nome preso dal loro leader Giuda Maccabeo, che nel 164 aC (3622 del calendario ebraico) guida la resistenza giudea alla riconquista di Gerusalemme.
I ribelli vincono, il Tempio viene restaurato e il culto ripreso.
Ed è qui che la storia si intreccia con il mito.
Si narra che tutte le scorte dell' olio sacro necessario per l'accensione dei candelabri fossero state distrutte dagli invasori sitiani, pertanto quando gli ebrei decisero di accendere nuovamente la Menorà scoprirono che l'olio sarebbe bastato a malapena per un giorno.
Fu allora che avvenne il miracolo: l’olio durò otto giorni, dando il tempo ai sacerdoti di procurarne e benedirne dell'altro. 
In ricordo di questo miracolo è stata istituita la festa di Hanukkah.
Dato che segue il calendario ebraico, che è lunisolare, Hanukkah cade sempre in giorni diversi ogni anno, a cavallo dei mesi di kislèv e tevet, indicativamente tra novembre e dicembre.
Quest'anno è iniziato il 10 dicembre (e termina il 18 dello stesso mese), e come da tradizione quella sera è stata accesa la prima candela della chanukkià, il candelabro a otto braccia simbolo di questa festività, otto come i giorni in cui avvenne il miracolo dell'olio. A partire dalla prima sera, dopo il tramonto, ogni lume verrà acceso, uno alla volta, per le successive sette sere.
Molto importante è l'ordine in cui si accendono i lumi, da sinistra verso destra.
Durante l'accensione vengono recitate le benedizioni, e successivamente si intonano dei canti.
È una tradizione che coinvolge tutta la famiglia, inclusi i bambini, che spesso sono invitati ad accendere i lumi al posto dei genitori.
La chanukkià viene messa sul davanzale della finestra per un motivo preciso, che racchiude il senso di questa festa. I lumi accesi del candelabro mostrano sia agli ebrei che ai gentili (i non ebrei) che anche nei giorni più oscuri in può e deve brillare una luce di speranza e rinascita.
Così è stato durante l'occupazione siriana, quando i Maccabei hanno finalmente riportato la luce nel Tempio di Gerusalemme, così sarà sempre in ogni tempo e in ogni luogo dove gli ebrei saranno perseguitati.
Sono molto celebri le immagini delle celebrazioni di Hanukkah durante le persecuzioni contro gli ebrei, e ci sono testimonianze di come questa festa sia stata onorata, con mezzi di fortuna, anche durante la prigionia nei campi di concentramento.
Ad esempio questa foto della chanukkià sul davanzale con la svastica che si mostra minacciosa sullo sfondo è un simbolo evidente di questa resistenza al male.
Venne stata scattata da Rachel Posner, moglie del rabbino Akiva Posner, nella loro casa di Kiel, in Germania, nel 1932.
La luce di Hanukkah, che aumenta con la progressiva accensione delle candele, è un richiamo alla Torah e ai suoi insegnamenti, i quali risplendono anche nei periodi più bui, la saggezza di quelle pagine rischiara le menti e fa nascere una nuova fiducia verso il futuro. 
Non c'è chiusa migliore ed eloquente di questa foto, emozionante e suggestiva.
Le chanukkiot che risplendono sui davanzali dell'ex ghetto di Varsavia, in Polonia
La luce che sconfigge la tenebra, la memoria che veglia sul male in agguato, come a dirgli "Stavolta non passerai".


Ne approfitto per augurare alle nostre sorelle e fratelli maggiori giorni sereni e luminosi, colmi di gioia e speranza. 

Che lo sia per tutta l'umanità, unità da questa luce che dobbiamo essere noi a far risplendere.

Hag Hanukkah Sameach. 

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