Vi ho mostrato tempo fa una serie di icone che raffigurano Maria intenta a studiara la Torah mentre Giuseppe si occupa di Gesù ancora neonato.
Sono due miniature, la prima tratta da un Libro d’Ore composto a Besançon(1450), la seconda si trova all'interno della Bible
historiale (1403 o 1404).
Questa visione iconografica di Maria che si dedica allo studio va di pari passo con le raffigurazioni di Giuseppe che non è intento soltanto ad ammirare con devozione il fanciullo e la moglie, ma ricopre un ruolo attivo come padre di Gesù.
San Giuseppe, in ebraico Yosef, è lo sposo di Maria ed il padre putativo di Gesù.
Secondo i Vangeli Giuseppe era un esperto artigiano e carpentiere. Ci viene suggerito dal fatto che Gesù fosse un falegname, i ragazzi ebrei dell'epoca infatti spesso continuavano il lavoro dei padri.
Dai Vangeli sappiamo che era discendente di re Davide e che abitava nella cittadina di Nazareth.
Nei vangeli apocrifi, Giacomo nello specifico, troviamo altre informazioni, ad esempio scopriamo che Giuseppe era originario di Betlemme e che prima del matrimonio con Maria era già stato sposato con un’altra donna che gli diede sei figli maschi e due femmine.
Questa possibilità è accettata dalla chiesa ortodossa ma non da quella cattolica.
La sua storia è ben nota.
Giuseppe è un uomo di una certa età, figlio del suo tempo e della sua cultura, patriarcale e moralmente rigida.
La gravidanza di Maria lo coglie in questo contesto.
Sua moglie è incinta e lui sa benissimo di non essere il padre di quel bambino.
Per la legge del suo popolo avrebbe potuto ripudiare Maria, ma Giuseppe sa che questo avrebbe esposto la ragazza alla vergogna e alla lapidazione.
Giuseppe è un uomo del suo tempo ma è un uomo buono, giusto.
Nel Vangelo di Matteo ci viene detto che Giuseppe decide per intanto di allontanare in segreto Maria dalla sua casa, per decidere come comportarsi.
Secondo il racconto evangelico un angelo gli apparve in sogno e gli disse di non temere di accogliere nuovamente Maria e di crescere quel bambino, poiché egli è il figlio di Dio.
Giuseppe accetta dunque di farsi carico di quella responsabilità, si ricongiunge con Maria e crescerà Gesù come suo figlio.
Il racconto biblico non ci dice molto di Giuseppe come padre in modo esplicito, sarà l'arte a mostrarlo come un padre che è dedito alla cura del figlio, parimenti alla madre.
La normalità di una famiglia, dove i genitori si avvicendano nella gestione della prole.
A cominciare dal XIII secolo nell'arte Giuseppe viene raffigurato come parte attiva della natività.
In un affresco, ormai distrutto, della cattedrale di Chartres Maria dorme vicino al Bambino mentre Giuseppe lo veste.
Nell’arte olandese e tedesca del XIV e XV secolo si vede Giuseppe raffigurato mentre si prende cura di Gesù, gli prepara i vestiti, cucina per lui e Maria, accende il fuoco per scaldarli. Nell’altare boemo di Hohenfurth ad esempio Giuseppe è intento a preparare il bagnetto a Gesù.
Dipinta sull'anta di una pala d'altare portatile possiamo ammirare la Natività di Mayer van den Berg in cui Giuseppe taglia i propri vestiti per creare delle lenzuola per il Bambino.
Nell'opera di Lucio Massari conservata agli Uffizi, La sacra famiglia che stende il bucato (1620), vediamo addirittura Giuseppe intento a stendere i panni insieme a Maria e Gesù.
Una famiglia normale, che si dedica alle faccende domestiche.
Giuseppe è una guida per il figlio, questo è il suo ruolo di padre terreno, voluto da lui stesso e non imposto dal consiglio divino di un angelo.
In una xilografia tedesca del 1470 vediamo Giuseppe che tiene Gesù per mano mentre tornano dall'Egitto.
Padre e figlio che camminano insieme è un'immagine simbolica che ritroveremo spesso, ad nell'opera di
Melchiorre d'Enrico, pittore del XVI secolo.
Così come nel quadro di Cornelis van Poelenburgh San Giuseppe e Gesù bambino (XVII secolo), esposto agli Uffizi, anche qui i due camminano mano nella mano.
Giuseppe che come ogni padre dell'epoca istruisce il figlio sul suo mestiere, per tramandarlo.
In una pala d'altare di un seguace di Hendrick Bogaert, Gesù assiste Giuseppe nella bottega del falegname.
Un'immagine simile e molto suggestiva la troviamo nel dipinto di Gerrit van Honthorst Gesù nella bottega di san Giuseppe (1617-1618).
Giuseppe e Maria che si dividono i compiti, che si avvicendano, sono un modello genitoriale affettuoso e moderno.
In questa opera di Battista e Dosso Dossi (1520-1530) è Giuseppe a trasportare Gesù bambino, quando la coppia torna a casa dopo la fuga in Egitto, mentre Maria gli dà indicazioni su come comportarsi.
Forse l'immagine più nota a riguardo è la figura di Giuseppe nel Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti, dipinto tra il 1503 e il 1504, in cui l'uomo prende in braccio Gesù, un gesto amorevole per permettere a Maria, stanca, di riposare.
Giuseppe che ama quel bambino, scambia con lui momenti di affetto.
Giambattista Tiepolo dipinge il
San Giuseppe col Bambino (1732), che possiamo ammirare nella chiesa del Santissimo Salvatore, detta anche "chiesa dei Disperati", e
raffigura un tenero momento in cui Giuseppe coccola amorevolmente Gesù tenendolo in braccio.
L'immagine di Giuseppe come padre affettuoso e attento è un elemento ricorrente nell'arte,
Pensiamo ad esempio a San Giuseppe con il Gesù dormiente di Guido Reni (1635 circa).
Il mio è solo un breve excursus ma gli esempi di questo affetto verso Gesù e verso Maria, sua consorte, sono molteplici, ne troverete di eccellenti in molti libri di storia dell'arte.
Ciò che ci tenevo a sottolineare è che la figura di Giuseppe, già importante nelle Scritture, ha trovato una nuova vita nell'arte, o sarebbe meglio dire che gli artisti hanno saputo rivelare al mondo la sua vera natura.
L'immagine di Giuseppe viene spogliata dai paramenti teologici per entrare in un'ottica diversa, quella umana.
La scelta di Giuseppe di accettare Gesù e crescerlo deve dunque essere vista non solo come una presa di coscienza di fede ma soprattutto come un vero atto d'amore.
Verso Maria e verso quel bambino destinato a cambiare il mondo.
Per lui quel piccino non è il Cristo destinato a sacrificare la sua vita per l'umanità tutta.
Il bambino a cui cuce le vesti, a cui prepara un bagnetto caldo, che culla per farlo addormentare, che sorregge nei suoi primi passi, a cui affiderà la sua bottega per lui è semplicemente il piccolo Yeshua.
Suo figlio, non per sangue, ma per amore.
(L'immagine di copertina dell'articolo è tratta dal film per la TV "San Giuseppe di Nazareth", che vede l'attore austriaco Tobias Moretti nei panni di Giuseppe e Stefania Rivi nel ruolo di Maria.)

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