venerdì 12 agosto 2022

Buio in sala: Orphan, quando la realtà è più sconvolgente di un film dell'orrore.

Molti di voi, appassionati di film horror come me, stanno aspettando con trepidazione il secondo capitolo prequel del film Orphan, che si intitolerà Orphan: first kill e che uscirà questo autunno.

Orphan, film del 2009 diretto da Jaume Collet-Serra, è decisamente una delle mie pellicole horror preferite, sia per la trama originale e l’atmosfera cupa e incalzante, sia per la presenza di bravissimi attori quali Vera Farmiga, Peter Sarsgaard e Isabelle Fuhrman che interpreta magistralmente la protagonista.

Il film racconta di una coppia americana che in seguito a un doloroso aborto decide di adottare una bambina russa di 9 anni.

La piccola all’inizio si dimostra adorabile, gentile, educata, sembra legare subito con gli altri due figli della coppia.

Ma la realtà è ben diversa, la bambina infatti comincia ad avere comportamenti inquietanti e violenti, si vendica delle persone che la infastidiscono e arriva anche ad uccidere la suora dell'orfanotrofio che aveva cercato di mettere in guardia i suoi genitori adottivi, ma riesce a nascondere ogni malefatta mantenendo l’immagine di bambina spaurita.

L’unica che si insospettisce è Kate, la madre adottiva, che inizia a indagare parlando di nuovo con le suore dell’orfanotrofio e frugando tra le cose di Esther, in particolare sfogliando uno strano diario che la bimba porta sempre con sé. Esther lo scopre e per proteggersi riesce a convincere tutti che Kate sia alcolizzata e per questo violenta con lei e gli altri figli, e la fa allontanare, il padre adottivo insiste perché vada in riabilitazione.

Kate a questo punto viene contattata da un medico russo ed emerge la  scioccante verità: Esther non è russa ma estone, si chiama in realtà Leena Klammer, non è una bambina ma una donna di 33 anni che soffre di una malattia chiamata ipopituitarismo. A causa di un disturbo ormonale la sua crescita fisica, seppur armonica, è bloccata costringendola ad assomigliare per sempre a una bambina. Leena, scappata dall'istituto psichiatrico estone in cui viveva, ha passato la sua vita a fingersi una novenne e ha ucciso diverse persone, inclusa l'ultima famiglia che l'aveva adottata. La sua rabbia omicida è stata scatenata dalla gelosia nei confronti del padre adottivo, che aveva cercato inutilmente di sedurre.

Kate capisce allora che Esther/Leena che sta nuovamente per uccidere, questa volta i suoi figli, per poter sedurre suo marito.

Kate riesce a tornare in casa in tempo per salvare la sua famiglia, e presumibilmente uccide Esther che annega in un lago ghiacciato nel tentativo di fuggire.

Il plot twist del film è innegabilmente eccezionale, ma non è frutto della fantasia degli sceneggiatori.

Gli autori del film si sono ispirati a una storia vera, quella di Barbora Skrlova.


Barbora Skrlova nasce nella Repubblica Ceca, e come la protagonista del film che ha ispirato soffre di ipopituitarismo. Poco si sa sulla sua famiglia d’origine, sappiamo che ha passato molti anni in un ospedale psichiatrico a causa dei suoi comportamenti paranoici e per una diagnosi di schizofrenia.

Per anni Barbora si è fatta passare per una dodicenne quando in realtà aveva già trent’anni.

A un certo punto la storia di Barbora si intreccia con quella di un’altra donna disturbata, Klara Mauerova.

La donna, classe 1975, era psicologicamente fragile e affetta anch’ella da schizofrenia, addirittura da bambina sosteneva di sentire la voce di Dio, una novella Giovanna d'Arco.

Abbandonata dal marito nel 2000 dopo la nascita del secondo figlio Klara si trasferisce a Kurim, nella zona rurale del Paese, dalla sorella Katerina, anche lei affetta da turbe psichiche e deliri religiosi. Le due donne riescono a gestire la loro condizione psichiatrica senza problemi e vivono una vita normale fino a che non entra in gioco Barbora.

Klara incontrò la finta dodicenne mentre studiava all’università e tra le due nacque subito una profonda amicizia.

Barbora disse di chiamarsi Anika, che i suoi genitori erano morti di overdose e raccontò a  Klara di essere scappata da un orfanotrofio dove subiva terribili abusi, e la donna le offrì ospitalità, le disse che poteva andare a vivere con lei, con sua sorella Katherina e i suoi due figli Ondrej di 8 anni e Jakub di 10. Barbova ovviamente accettò.


Barbora era una narcisista manipolatrice e in breve tempo riuscì a conquistare l'affetto di entrambe le sorelle e le convinse addirittura ad adottarla.

All’inizio la famiglia visse in tranquillità, ma poi la vera natura di Barbora prese il sopravvento.

La ragazza riuscì a manipolare ulteriormente le due donne tanto che loro divennero sue servitrici, ormai pendevano totalmente dalle sue labbra.

Barbora, gelosa dei due figli di Klara, fece qualcosa di inimmaginabile. 

Su suo ordine nel settembre del 2006 le Mauerova costruirono una gabbia di ferro nel seminterrato di casa e vi rinchiusero i figli di Klara, completamente nudi.

Le tre donne cominciarono a torturare i due figli di Klara.

I bimbi vennero affamati, lasciati in terribili condizioni igieniche, costretti a dormire tra gli escrementi, seviziati e stuprati, venivano affogati ripetutamente in un catino, un giorno addirittura costrinsero uno dei due bambini a mangiare un pezzo di carne tragliata dal corpo del fratello.

Pare che anche Klara partecipò al terribile pasto.

Barbora era riuscita a convincere Klara che i bambini erano perfidi, che bisognava punirli anche per liberarli dallo spirito del padre che li aveva abbandonati, una sorta di espiazione e purificazione.

A queste terribili sessioni di tortura parteciparono anche Jan Turek, fanatico religioso con l'ossessione per l'esorcismo, un loro tuttofare, il venticinquenne Jan Skrla, e la sua fidanzata Hana Basova. 

Il loro ruolo non fu mai chiarito del tutto, pare che Turek avesse una relazione con Klara, ciò che sappiamo è che convinse le donne che i bambini andavano esorcizzati con il dolore fisico, affinché fosse mondati da peccati che dovevano ancora commettere.

Ma perché tanta crudeltà?

Barbora confessò di essere gelosa dell'amore che Klara dimostrava ai figli.

A causa della sua disfunzione ormonale non avrebbe mai potuto avere figli e questa mancanza la lacerava a tal punto che la ragazza si faceva del male sopraffatta dall'invidia.

Inoltre tra le varie teorie è spuntata anche quella del fanatismo religioso.

Pare che tutto nacque dalla fede religiosa deviata di Barbora. Si dice che ella fosse un’adepta di una setta molto particolare e che abbia incoraggiato le due sorelle ad unirsi ad essa.

Questa setta si chiama “Il Movimento del Graal”

Il Graal Movement è una corrente spirituale nata in Germania dalle idee dello scrittore Oskar Ernst Bernhardt (1875- 1941).

Nei suoi testi Bernhardt parlava di come ogni individuo dovesse essere libero e non soggetto ai tabù, alla morale, alle regole.  Col tempo l'autore si fece chiamare col nome di Abd-ru-shin, servo della luce, ma non fu lui il reale fondatore del movimento.

Bernhardt nel 1928 scrisse un libro, Nella Luce della Verità - Messaggio del Graal, e su questo si basarono i suoi lettori per creare il Movimento del Graal.

L’autore partecipò comunque alle attività di questa comune nata grazie ai suoi libri, e riconoscente ospitò i suoi discepoli nelle sue proprietà dove creò il Vomperverg, un centro per l'approfondimento spirituale e religioso. Nel 1938 gli edifici e le terre vennero espropriate dal Terzo Reich, e Bernhardt venne mandato al confino in Sassonia dove rimarrà fino alla sua morte nel 1941.

Dopo il 1945 sua moglie Maria Bernhardt riprese il Movimento e gli diede nuova vita, i seguaci di Bernhardt l'aiutarono a tradurre le sue opere, per poter continuare a portare il suo messaggio in tutto il mondo.

Col tempo però nacque un problema riguardo alla successione.

I figli che Maria aveva avuto dal primo matrimonio cambiarono il loro cognome in Bernhardt per poter subentrare alla madre alla guida della fondazione, ma in molti Paesi questa decisione, vista come una strategia per lucrare sulla filosofia del patrigno, non piacque e gli affiliati non li riconobbero come successori del loro Abd-ru-shin.

Alla morte della prima figlia di Maria, Irmgrad, si ha una nuova crisi per la successione.

Ella infatti decide di passare il testimone ad alcuni suoi famigliari, attuando una vera e propria divisione tra  il Movimento, le cui proprietà vengono intestate alla nipote Maria Claudia, e la Fondazione, la cui direzione è assegnata a suo cognato Herbert Vollmann.

Irmgrad sperava in una fruttuosa collaborazione, ma i suoi parenti avevano idee diverse.

In questo momento Fondazione e Movimento si separano e vengono gestite da persone diverse, in totale autonomia.

I seguaci di alcuni Paesi scelgono di restare fedeli alla Fondazione, altri al Movimento.

La branca brasiliana del movimento ad esempio non accettò i figli di Maria Bernhardt e la leader locale del movimento brasiliano Roselis von Sass (1906-1997) diede vita a un vero e proprio scisma.

La stessa cosa si verificò nell’attuale Repubblica Ceca, dove nacquero nuove congregazioni distaccate dalla setta originale.

Pare che Barbora si fosse affiliata in Repubblica ceca a una nuova corrente deviata della setta.

Fu suo padre Josef a unirsi alla congregazione, che chiamava "formiche" i suoi adepti, e pare fosse una sorta di gran sacerdote del culto.

La setta incitava i suoi discepoli a praticare la promiscuità sessuale, l’incesto e il cannibalismo, e allo stesso tempo pretendeva che i suoi adepti purificassero le loro anime e corpi. 

Da questo culto Barbova, già provata dalla malattia mentale, pare abbia preso l’ispirazione per le sue crudeli torture ai danni dei figli di Klara.

La filosofia contorta del movimento la confortava, tutto quel dolore che provava poteva riversarlo su quei bambini, in fondo non era soggetta a nessuna regola, era libera di sfogarsi come preferiva.

E le due sorelle Mauerova, affette da sempre da deliri religiosi, non si fecero problemi ad accettare le teorie della ragazza.

Allo stesso modo e con devozione anche Turek e i due fidanzati si unirono con piacere a questa sorta di culto casalingo improvvisato che permetteva loro di sfogare i loro istinti più brutali.

Un giorno Barbora acquistò una telecamera di sorveglianza che venne installata nel seminterrato per poter controllare i bambini durante la loro assenza.

Paradossalmente fu grazie a questa sua mania del controllo che i bambini furono salvati. Nel 2007 un vicino installò un sistema video simile a quello di casa Mauerova per guardare il proprio neonato mentre dormiva. A causa di qualche interferenza nella rete il sistema si collegò alle videocamere installate da Barbora e il vicino poté vedere i due bambini rinchiusi nello scantinato. 


Ciò che il monitor mostrava era raccapricciante, i bimbi giacevano in una pozza di sangue ed escrementi, i loro corpi dilaniati dalle torture. 

L'uomo chiamò subito le forze dell’ordine e arrestarono i colpevoli.

Ma non Barbora.

La ragazza indossò abiti da bambina e stringendo un peluche tra le braccia corse dagli agenti dicendo di chiamarsi Anika e di essere una tredicenne adottata dalle sorelle Mauerova, anche lei vittima delle loro atrocità.

La polizia le credette e la portò in ospedale insieme ai figli di Klara.

Una volta lasciata sola in ambulatorio Barbora scappò e fece perdere le sue tracce.

Fu ritrovata in Norvegia dove aveva assunto una nuova identità, Adam, un ragazzo di 14 anni.


Si era tagliata i capelli, era ingrassata per cambiare fisionomia, ed era riuscita a farsi affidare a una nuova famiglia. Fu scoperta grazie ai professori della scuola in cui andava, che si erano insospettiti da alcuni suoi atteggiamenti, e segnalarono Adam alla polizia norvegese che intanto aveva ricevuto un mandato di cattura internazionale per Barbora.

Una volta scoperta la ragazza venne rimandata in Repubblica Ceca.

Qui fu processata insieme alle sorelle Mauerova.

Il processo portò nuove rivelazioni sul caso.

Klara apparve come completamente dissociata dalla realtà, emerse il sospetto che le vere ideatrici di tale efferatezze fossero Katerina e Barbora.

Klara diceva di ricevere messaggi telefonici da in certo Dottore, che le davano istruzioni su cosa fare con i suoi figli.  

Ma chi scriveva a Klara sfruttando i suoi deliri religiosi? Katerina o Barbora? O forse Josef, il padre di quest'ultima, ormai introvabile dalle forze dell'ordine?

Si delineò meglio anche il ruolo degli altri tre protagonisti.

Pare che anche Turek e Skrla fossero già adepti della setta quando entrarono in casa Mauerova.

I due si difesero dicendo di aver solo provveduto a costruire la gabbia, un semplice lavoro da operai, e di non aver mai toccato i bambini e di ignorare ciò che accadeva nel seminterrato.

Hana Basova, conosciuta dai bimbi come zia Nancy, si dichiarò innocente, ma risultò in possesso, insieme a Skrla, di numerose VHS dei bambini torturati, ore e ore dei piccoli tenuto segregati e legati. C'era forse un traffico di materiale pedopornografico dietro a questa collaborazione con le Mauerova?

E c'era forse qualcosa di più, forse un giro di prostituzione? Klara sostenne che temeva che lei e i bambini fossero venduto come schiavi sessuali.

Barbova si dichiarò una vittima delle due sorelle. 

Sostenne di essere stata stuprata, quando il medico legale testimoniò che la ragazza era vergine cambiò la sua versione, dicendo che le sorelle le accarezzavano le parti intime senza il suo consenso, ma che per paura le lasciava fare.

Katerina non rivelò nulla né commentò le sue azioni, qualcuno ipotizzò che stesse sacrificando se stessa pur di proteggere il culto.

Tutte queste teorie rimangono congetture, in quanto nessuno ha mai trovato prove evidenti su cosa stesse effettivamente accadendo in quella casa.

Il processo finì nel 2008.

Klara fu condannata a 12 anni di carcere e Katherina a 10, la pena fu lieve in quanto i giudici tennero conto dei loro problemi psichiatrici. 

Hana Basova e Jan Skrla sono stati condannati a sette anni per aver conservato i video e le foto delle torture per rivenderle come materiale pedopornografico.

Jan Turek è stato condannato a soli cinque anni, in quanto il tribunale non è riuscito a stabilire quale sia stata la sua effettiva partecipazione agli abusi.

Anche Barbora fu condannata a soli 5 anni di prigione.

Grazie alle sue capacità di attrice convinse la giuria di aver avuto un ruolo marginale, di essere una pedina in un gioco macabro più grande di lei, l'accusa non riuscì a dimostrare che la ragazza avesse manipolato le due sorelle fino a spingerle a commettere quelle atrocità. 


La sorte di Ondrej e Jakub è misteriosa.

Durante il processo il procuratore ha raccontato che i bambini erano in cura da degli specialisti, le terribili torture subite avevano lasciato in loro fobie ed erano regrediti allo stato di bambini di età prescolare.

Il padre biologico, Radek Coufal, assistette al processo e tentò di ottenere l'affidamento dei figli.

Raccontò di aver visto i bambini sporadicamente dopo l'arrivo di Barbora, e che spesso gli veniva proibito di entrare in casa o gli veniva detto che i bimbi erano dai nonni, cosa non insolita visto che spesso a causa delle crisi mistiche della madre venivano mandati da loro. 

C'è chi dice che ora Ondrej e Jakub vivano sotto falso nome con una famiglia adottiva, finalmente in pace, lontani dai riflettori. Ce lo auguriamo di cuore.

Ciò che sappiamo per certo è che Barbora Skrlova ha scontato la sua pena ed è stata rilasciata nel 2001, e da allora si sono perse le sue tracce.

Viene da chiedersi se abbia finalmente fatto pace con se stessa, forse redenta e pentita delle atrocità commesse.

O se invece cerca ancora di vivere una vita da bambina di 12 anni.

Speriamo di non scoprirlo mai. 




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