Hanno dato vita al movimento "Liebe gewinnt" e hanno iniziato a offrire benedizioni alle coppie omosessuali.
A Berlino, Monaco,Colonia e in tanti altre città tedesche centinaia di coppie dello stesso sesso sono state benedette in funzioni religiose.
Liebe gewinnt, l'amore vince, è la risposta disobbediente a una dichiarazione del Vaticano.
A marzo 2021 infatti la Santa Sede si è così espressa: «Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso. Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio su matrimonio e famiglia».
E aggiunge che «la Chiesa cattolica non può benedire il peccato».
Ma numerosi sacerdoti cattolici tedeschi non erano dello stesso avviso.
I promotori di Liebe gewinnt, don Bernd Mönkebüscher, don Burkhard Hose e don Carsten Leinhäuser hanno così ribattuto:
«L'amore vince. L'amore è una benedizione. Le persone che si amano sono benedette. Il 10 maggio 2021 ti invitiamo in vari luoghi della Germania per le benedizioni. Non vogliamo escludere nessuno. Celebriamo la diversità dei diversi piani di vita e delle storie d'amore delle persone».
Da subito l’iniziativa è stata accolta da numerose parrocchie.
Uno dei benedicenti, don Christian Olding, ha affermato: «Se sosteniamo che Dio è amore non posso dire alle persone che perseguono lealtà, unità e responsabilità reciproche che il loro non è amore».
Rappresentanti della chiesa cattolica tedesca hanno dato vita a una petizione per chiedere alla Santa Sede di estendere le benedizioni alle coppie omosessuali, molte parrocchie hanno esposto le bandiere arcobaleno.
Le benedizioni sono proseguite per giorni, nonostante i rimproveri dei vescovi tedeschi.
Su molti giornali cattolici si è addirittura parlato del rischio di uno scisma tedesco, di una nuova Controriforma.
In realtà questo pericolo non esiste, dato che i sacerdoti che hanno aderito al LIebe gewinnt hanno celebrato le benedizioni sulle coppie omosessuali durante il loro tempo libero e non mentre erano in servizio.
Per questo stesso motivo la Conferenza episcopale tedesca non ha potuto sanzionarli.
Il presidente dei vescovi tedeschi, monsignor Georg Bätzing, si è limitato ad affermare che «noi non consideriami le azioni pubbliche, come quelle previste per il 10 maggio, un segno utile o una via da seguire. Le messe di benedizione hanno la loro dignità teologica e il loro significato pastorale. Non sono adatte come strumenti per manifestazioni politico-ecclesiastiche o azioni di protesta».
Ma di fronte a questa disobbedienza ben organizzata e risoluta il Vaticano ha tremato.
Perchè la benedizione, nonostante non abbia lo stesso valore di un sacramento quale il matrimonio, è di fatto una legittimazione di un rapporto tra due persone.
La benedizione ci dice che ciò che viene consacrato è buono e giusto,
è protetto dall’amore e dalla benevolenza di Dio.
E’ un precedente consistente, e come tale trova spazio e rafforza una diversa prospettiva nel dibattito che da anni infiamma la teologia cristiana sulla questione omosessualità.
Può la cristianità cambiare opinione sul suo modo di rapportarsi all'omosessualità?
È possibile un'apertura verso le relazioni ebi matrimoni gay?
Finora la risposta, come sappiamo, è sempre stata negativa, nonostante qualche spiraglio di umanità aperto da alcuni sacerdoti.
Tra questi c'è anche papa Francesco. Quando ancora non era pontefice Bergoglio si sarebbe espresso a favore dei cattolici omosessuali affinché non venisse negato loro il diritto alla famiglia.
Ma queste parole, limitate al rispetto verso le persone omosessuali di fede cattolica e di condanna verso atti di violenza omofoba, non hanno portato a nessun cambiamento nella dottrina.
L'omosessualità rimane un peccato, è una tendenza da condannare.
Ma la disobbedienza dei sacerdoti tedeschi del movimento Liebe gewinnt ci dimostra che un'altra strada è percorribile.
Ci mostra che è possibile equiparare le coppie omosessuali a quelle eterosessuali in termini di validità del loro sentimento, delle responsabilità, di diritti e doveri, e dei progetti comuni.
Ma i più agguerriti tuonano che la Bibbia stessa condanna l'omosessualità, e che pertanto se lo stesso testo sacro della cristianità si esprime contro le coppie gay non c'è margine per legittimarle.
Ma è davvero così?
Cosa dice realmente la Bibbia sull'omosessualità?
Quando si parla del tema in oggetto spesso si sentono citare i soliti versetti tratti dal Levitico, oppure le vicende di Sodoma e Gomorra, le parole di San Paolo.
E chi li utilizza di solito non ha idea di cosa va citando, ripete a pappagallo una frase senza conoscerne l'origine e il contesto.
Molti teologi, studiosi di esegesi e di ermeneutica biblica, sostengono da tempo che la Bibbia venga utilizzata in modo improprio per giustificare la condanna all'omosessualità.
Il Pride Month diventa l'occasione per scoprire che esiste una diversa prospettiva, un modo diverso di leggere e interpretare quelle pagine così abusate, e che la Bibbia stessa ci parla in modo naturale e positivo dell'amore omosessuale.
Ne parleremo in questi giorni.
Se vi chiedete il perché di questi post, domanda legittima, la risposta è semplice.
È impellente la necessità di fare chiarezza sulle tematiche e sulle parole contenute in uno dei testi più discussi e utilizzati della storia, in modo che non venga più brandito come un'arma dai soliti noti.
Smascherare le storture permette di ribattere alle tesi di chi cerca di limitare i diritti delle persone LGBT+ adducendo come scusa la sua fede religiosa.
C'è anche un dato più umano, da non sottovalutare.
Quante ragazze e quanti ragazzi omosessuali vorrebbero vivere con serenità la propria fede cristiana senza sentirsi illegittimi, ipocriti, sempre tra due fuochi, giudicati, col dubbio di non poter appartenere a una comunità di fede.
In tanti vorrebbero vivere pienamente la loro spiritualità senza giudizi.
Credo sia giusto rassicurarle che nella loro scelta di fede non c'è ipocrisia, come molti affermano.
La loro fede non trova ostacoli nella Scrittura, anzi, ci sono tanti spunti per arrivare ad eliminarli.
Con la speranza che presto la Chiesa stessa, e di conseguenza le comunità di fede, facciano quel passo per poterle accogliere in modo ufficiale.
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