martedì 29 aprile 2025

Panico satanico, come tutto ha avuto inizio.

Le cacce alle streghe sono sempre esistite.
Ogni epoca ha visto un periodo oscuro in cui l’intero villaggio si scagliava contro un capro espiatorio, torce alla mano.
Cambia l’identità della vittima designata, cambiano le modalità, ma non c’è stato villaggio che non abbia puntato il dito contro un necessario nemico comune.
Qualcuno da designare come causa di ogni male, di ogni anomalia nelle loro vite, della devianza e ribellione che colpisce i loro figli.
Qualcuno che ci tolga ogni responsabilità.
Non è colpa nostra, è di qualcuno che opera contro di noi.
E non appena si identifica il capro espiatorio si scatena il panico, l’isteria collettiva che porterà a vedere questo oscuro male ovunque.
Non si salvano i vicini di casa, i familiari, i colleghi.
Negli anni ‘80 assistiamo alla nascita di quel fenomeno di isteria di massa noto come panico satanico, che perseguiterà molti Paesi fino agli anni ‘90, con strascichi successivi.
Un fenomeno così totalizzante di cui parleremo in diversi articoli.
Tutto inizia con un libro.
Nel 1980 lo psicologo canadese Lawrence Padzer pubblica il libro Michelle remembers, dove racconta la storia di una sua paziente, Michelle Smith.



La donna nel 1973 si rivolge a Padzer per iniziare un percorso terapeutico, soffre infatti da anni di depressione che si è acuita dopo un aborto spontaneo
Dopo 3 anni di terapia Michelle dice di avere dei ricordi che non riesce a far riaffiorare ma che secondo lei sono le radici più profonde della sua depressione.
L’aborto è stato solo il fattore scatenante, c’è altro, ma lei non lo ricorda.
La donna ha anche incubi terribili di ragni che le escono dalla pelle delle mani, sembrano così reali che forse è successo davvero.
Padzer decide di ricorrere all’ipnosi.
La tecnica usata dallo psicologo, che rientra nelle terapie per le memorie represse (recovered-memory therapy), è controversa e criticata, ma Padzer sostiene di saperla padroneggiare, e che se usata correttamente può aiutare i pazienti a ricordare eventi che la mente ha occultato.
Durante una delle prime sedute di ipnosi Michelle inizia a gridare, per mezz’ora è impossibile fermare le sue urla, poi inizia a parlare con la voce di una bambina di 5 anni, spaventata e che cerca aiuto.
Padzer capisce che hanno trovato qualcosa, la radice del male che affligge la sua paziente.
Per 14 mesi Michelle viene sottoposta a ipnosi e piano piano rammenta di aver subìto abusi sessuali durante l’infanzia, ricordi che la sua mente ha nascosto per proteggerla.
Colpevoli di questi abusi sarebbero la madre della donna, Virginia Proby, e altre persone.
Questi atti deviati, emerge dopo alcune sedute, sono stati commessi durante dei rituali satanici.
La signora Proby e gli altri abusatori sono infatti membri di una setta di adoratori del diavolo che ha molti membri nella città di Victoria.
Un giorno Virginia avrebbe detto a Michelle “Ora non mi appartieni più, appartieni a Satana”.
Secondo Padzer la setta è una succursale canadese della ben più ampia organizzazione Church of Satan, che opera e ha membri in tutto il mondo.
Michelle ricorda che è iniziato tutto quando aveva 5 anni, tra il 1954 e il 1955.
Durante la messe sataniche la bambina veniva stuprata, torturata e costretta a partecipare a sacrifici umani.
Deve bere la sua urina e mangiare carne umana, viene battezzata col sangue dei bambini uccisi in brutali rituali.
Viene messa in una bara, attorno a lei i satanisti ballano, la leccano.
Per due mesi Michelle viene tenuta prigioniera dalla setta e rinchiusa in una gabbia.
Satana le è apparso durante le cerimonie, Michelle durante l’ipnosi ne traccia un disegno.



Michelle ha sul corpo un segno, una macchia che viene identificata come “coda di Satana” per la sua forma.
Michelle un giorno viene liberata, sale in macchina con una adepta della setta che le fa vedere che sul sedile del passeggero c’è un cadavere, una ragazza, l’ennesima vittima sacrificale.
La donna inscena un incidente stradale per occultare il corpo e uccidere la piccola testimone e scappa, ma Michelle si salva miracolosamente.
Padzer decide di condividere i colloqui di Michelle con il pubblico, era una testimonianza incredibile e tutto il mondo doveva essere messo in guardia da questo occulto pericolo.
Michelle acconsente.
Padzer ne parla con due sacerdoti, padre Guy e padre Leo, che suggeriscono alla donna di farsi battezzare e convertire alla chiesa cattolica, e Michelle accetta.
Viene informata la diocesi, il vescovo della diocesi di Victoria, Reni De Roo si offre per fare loro da mecenate, così i tre vanno a Roma insieme per portare le loro scoperte in Vaticano.
Nel 1980 viene pubblicato il libro Michelle remembers.



Padzer e Michelle organizzano una vera e propria tournée per promuovere il libro e raccontare la storia della donna.
Partecipano a convegni, dibattiti e trasmissioni televisive e radiofoniche.
Nel frattempo entrambi divorziano dai rispettivi coniugi e poco prima dell’inizio della loro predicazione si sposano.
Si scopre che quello di Michelle non è un caso isolato.
Dopo quasi 10 anni dall’uscita di Michelle remembers la donna viene intervistata da Oprah Winfrey nella sua omonima trasmissione TV, insieme a lei c’è un’altra vittima degli abusi sessuali rituali di stampo satanista, Lauren Stratford, che aveva pubblicato tre libri, il più famoso all’epoca era Satan's Underground, dove raccontava della sua esperienza.
Figlia adottiva di una maestra e di un bibliotecario, Lauren cresce in una famiglia di fede evangelica nello stato della California.
Nei suoi libri racconta di come gli abusi siano iniziati quando aveva sei anni, la madre adottiva la costringeva a prostituirsi e a partecipare a video pedopornografici per pagare le bollette.
Laurel venne poi iniziata ai rituali satanici, i genitori adottivi la portarono a una messa nera e la offrirono come sacrificio.
Da lì Laurel sarebbe stata stuprata e torturata per anni, fino a quando, diventata maggiorenne, se ne era andata di casa.
Laurel nei suoi libri afferma di aver avuto tre figli, nati dagli stupri rituali, e che tutti le furono portati via per essere uccisi, i loro omicidi sarebbero stati immortalati in orribili snuff movies.
Le due donne, nate in anni e Stati differenti, avevano vissuto le stesse esperienze traumatiche.
Dunque c'era davvero una rete di satanisti che operava in tutti gli Stati americani.
Con gli interventi televisivi e la tournée il panico satanico comincia a concretizzarsi.
Padzer diventa un portavoce della lotta contro gli abusi satanici rituali, partecipa a molte trasmissioni e convegni in qualità di esperto.
Ciò che dichiara è sconcertante, c’è davvero una setta satanica di dimensioni mondiali, i cui membri potrebbero essere i nostri vicini di casa, i colleghi, gli insegnanti della scuola dove mandiamo i nostri figli.
Sono proprio gli istituti scolastici a diventare teatro di casi incredibili ed eclatanti, che rinvigoriranno anno dopo anno la teoria per cui i satanisti sono tra noi.
Nel corso degli anni ‘80 hanno luogo negli Stati Uniti una serie di processi sconvolgenti che mettono in allarme le comunità americane.
Lawrence Padzen, che come dicevamo era stato ormai incoronato come esperto del settore, viene chiamato come perito in un caso in particolare, quello della scuola McMartin.
Peggy McMartin Buckey era la direttrice di una scuola materna privata a Manhattan beach, in California, l’istituto era stato fondato da sua suocera Virginia.
Nel 1983 suo figlio Ray Buckey, che lavorava nella scuola, viene accusato da Judy Johnson di aver sodomizzato il figlio Matthew, di due anni.
Il bambino aveva difficoltà e dolori quando defecava, pertanto la donna si allarmò così tanto da chiedere spesso al figlio su cosa potesse aver causato quella situazione, se fosse successo qualcosa.
Matthew racconta di non saperlo, però racconta alla madre di situazioni spiacevoli avvenute a scuola, da lì la donna sporge denuncia.
Ray viene interrogato, il bambino visitato, e non essendoci nessuna prova di abusi l’uomo viene rilasciato.
Nonostante questa conclusione il capo della polizia di Manhattan Beach decide di inviare una circolare alle famiglie che mandavano o avevano mandato i figli alla McMartin school, chiedendo collaborazione per un caso che stavano seguendo.
La lettera era estremamente esplicita su ciò di cui Ray era accusato, “sesso orale, accarezzamento di genitali, delle natica o dell'area del torace oltre a sodomia, commessa con il pretesto di prendere la temperatura del bambino. Potrebbero essere state scattate foto ai bambini senza i loro vestiti.”, e invitava i genitori a chiedere ai figli se fosse successo qualcosa mentre erano con lui e di comunicarlo alla polizia.
Nella lettera si specificava che non c’era nessuna prova che la scuola fosse coinvolta in qualcosa di illegale.
Un’operazione inusuale che scatenò il panico tra i genitori che iniziarono a interrogare i figli e a confrontarsi tra di loro su ciò che i bambini avevano raccontato.
I bambini subirono notevoli pressioni da parte dei genitori e successivamente dagli psicologi che li intervistavano, alla fine iniziarono a raccontare di aver partecipato a messe nere, rituali satanici, di aver ucciso animali e neonati.
Di tutto si occupava la Children's Institute International, un’organizzazione no profit contro gli abusi su minori, che grazie a questo caso fece la propria fortuna.
Per ogni bambino interrogato l’associazione riceveva 455 dollari, la CII ricevette inoltre 350.000 dollari in aiuti statali.
I colloqui con i bambini non erano gestiti in modo limpido.
Kathleen MacFarlane, la direttrice della CII, intervistò i bambini coinvolti nelle indagine, nei suoi colloqui utilizzò diverse metodologie tra cui l’uso di bambole anatomicamente corrette per far mimare ai bambini le dinamiche intercorse con il personale della scuola.
La donna lavorava da tempo come assistente sociale e come psicoteraputa, ruolo per il quale però non aveva nessuna qualifica e preparazione.
Tutto il colloquio era gestito in modo tale che i bambini mettessero in scena gli stupri rituali con i pupazzi, una tecnica molto discussa e controversa perché la lettura del gioco dei bambini è molto soggettiva, inoltre le risposte vengono in qualche modo suggerite e guidate dalle domande poste dal terapeuta.
La dottoressa e pediatra Astrid Heppenstall Heger dichiara di aver visitato i bambini e di aver trovato tracce di penetrazione anale in molti pazienti, ma secondo molti esperti le sue dichiarazioni erano poco attendibili e frutto di una autoconvinzione, dato che stava cercando segni di abusi sessuali li aveva visti dove non c’erano.
La donna, che aveva fondato il Center for the Vulnerable Child (CVC) e lavorava con molte associazioni per la difesa dei minori, aveva un bias personale che la portava a vedere abusi in ogni caso che le veniva presentato.
Ormai però i media avevano iniziato a raccontare la storia.
Uno dei giornalisti di maggior rilievo, Wayne Satz della KABC TV di Los Angeles, era diventato una sorta di portavoce delle famiglie e dichiarava in diretta nazionale che i bambini erano vittime di stupratori devoti al diavolo.
Satz aveva anche intrapreso una relazione con Kathleen MacFarlane, la quale comincia a rilasciare interviste in cui dichiara che secondo lei esiste una cospirazione, gruppi di satanisti che abusano e stuprano i bambini in tutti gli Stati Uniti.
Non ha mai fornito prove di questa teoria.
Nel 1984 la famiglia McMartin/Buckley e alcuni insegnanti andarono a processo con l’accusa di abuso su minore, le vittime erano stimate a 48 bambini.
Agli imputati fu proposto più volte di patteggiare ma tutti rifiutarono dichiarandosi innocenti.
Nel 1986 la mamma del bambino 0, Judy Johnson, muore a causa del suo alcolismo cronico, e viene rivelato che soffriva di schizofrenia paranoide.
Le sedute della Macfarlane vengono smontate in aula dato che era evidente che i bambini fossero stati istruiti sulla versione da raccontare.
Michael P. Maloney, psicologo e professore di psichiatria, ha screditato il lavoro della CII, definendolo coercitivo e dimostrando come ad ogni domanda i bambini, ormai indottrinati a compiacere gli adulti, rispondevano in modo affermativo, anche a quelle in contraddizione tra loro.
Le sedute erano state registrate, in tribunale dalla visione dei filmati diventa evidente un modus operandi per cui il bambino viene guidato sulle risposte da dare, anche in modo aggressivo, infatti se rifiutava di ammettere gli abusi si puntava sulla minaccia o il senso di colpa per farlo crollare.
Maloney spiega che nei colloqui con i bambini sono questi ultimi a dover parlare e raccontare la propria storia, qui invece vediamo il terapista diventare protagonista della seduta, lasciando poco spazio ai pensieri dei piccoli pazienti per proporre una sua versione dei fatti e farla imparare ai pazienti.
Un esempio:
la terapista chiede “Ricordi che ti hanno fatto foto mentre eri nudo?”, e il bambino risponde: “No, non me ne hanno fatte.”.
La terapista insiste: “Ok ti lascio pensare un attimo, forse non lo ricordi.”, per poi ripetere la domanda fino a che la risposta non diventa affermativa.
Maloney afferma che ai bambini sono stati impiantati falsi ricordi, una sorta di lavaggio del cervello che aveva sviluppato nei bambini idee sempre più assurde e incredibili, una escalation improbabile di eventi.
I piccoli testimoni passarono dal raccontare episodi plausibili come l’aver visto film pornografici in compagnia dei maestri al sostenere che l’attore Chuck Norris fosse presente agli stupri, affermarono di aver partecipato a omicidi rituali, che Ray li portava in un tunnel sotterraneo dove li stuprava e poi li riportava a casa. Vengono descritte orge in luoghi pubblici, e i bambini sostengono di essere stati fatti scivolare nei water per accedere a stanze segrete.
Addirittura venne testimoniato che Ray Buckler fosse capace di volare, come le streghe.
Venne rivelato in tribunale che Lawrence Padzer era stato contattato come esperto e aveva incontrato le famiglie dei bambini, aveva parlato con loro della terribile vicenda descritta nel libro Michelle remembers, influenzando così i genitori che avevano parlato con i bambini in cerca di confronti e risposte, condizionando la loro versione dei fatti.
Nel 1990, dopo tre gradi di giudizio, gli imputati vennero prosciolti da tutte le accuse, in quanto non esistevano prove degli abusi commessi.
La famiglia McMartin/Buckley e gli altri imputati tentarono di fare causa alla CII, ma l’agenzia, essendo collaboratrice dello Stato, aveva l’immunità, e non fu possibile farlo.
Molti giornalisti cominciano ad additare i protagonisti accusatori di questa indagine come dei ciarlartani e bugiardi che si erano inventati delle storie per tornaconto personale o paranoia, e che non si erano davvero prodigati per cercare la verità, ormai esaltati dalla loro missione di salvare i bambini.
Solo nel 2005 uno dei bambini, ormai adulto, racconterà del lavaggio del cervello fattogli durante i colloqui col CII.
Ma mentre il processo procede la stampa continua ad additare la scuola come un covo di satanisti, e prosegue la campagna di terrorismo mediatico.
Il reporter Wayne Satz nel frattempo ha interrotto la relazione con la MacFarlane ma si fidanza con l’avvocato della procura Lael Rubin, che si era occupata del primo processo, ma continua a raccontare la versione della CII sugli abusi nella scuola, nonostante le assoluzioni.
Anche perché spuntano fuori casi simili a quello della scuola McMartin.
Nasce quella che diverrà nota come la Day-care sex-abuse hysteria, una ramificazione specifica del panico satanico, che riguarda la convinzione che nelle scuole siamo sempre presenti dei predatori sessuali.



In North Carolina alcuni insegnanti del Little Rascals Day Care Center di Edenton vengono arrestati con l’accusa di stupro rituale di stampo satanico ai danni di 90 bambini.
E a San Diego, in California, vengono contestate accuse di abusi rituali su minori disabili ad alcuni membri della Faith Chapel Church.
La dinamica è la stessa: si sospetta un abuso, la polizia indaga e nel frattempo i genitori parlano tra loro, interrogano i bambini che vengono portati da terapisti che pressano i piccoli pazienti, creando un nuovo panico.
Tutti i processi dichiarano l’innocenza degli imputati per mancanza di prove.
Anche qui i bambini vengono condizionati dalle domande di genitori e psicologi, arrivano a dichiarare di essere stati violentati con coltelli e forchette, eppure nessuno degli studenti era stato portato in ospedale per emorragie in quei mesi e gli esami medici non rivelano segni o cicatrici.
I piccoli pazienti raccontano storie sempre più assurde.
Gli studenti della Little Rascals avrebbero fatto dei viaggi in dirigibile tra un omicidio rituale e l’altro.
Nel caso che vedrà coinvolta la scuola Fells Acres in Massachusetts un bambino dirà di aver sacrificato un elefante durante una messa nera.
Tutto era nato da un bambino di 4 anni a cui avevano cambiato i vestiti dopo che aveva fatto la pipì a letto durante il riposino.
I genitori tempo dopo lo sorprendono a fare giochi “sessualmente indirizzati” con un cugino. Interrogato il figlio scoprono del cambio di vestiti e interpretano l’episodio come una molestia sessuale. La madre del bambino aveva subìto molestie sessuali da piccola, ha il terrore che ora stia succedendo lo stesso al figlio.
Anche qui la polizia, che arresta un insegnante, parla con i genitori dei compagni di classe della presunta vittima, li invita a chiedere ai figli se hanno subìto molestie.
Ovviamente, dopo molte pressioni, i bimbi confermano le loro paure.
A condurre i colloqui è un’infermiera pediatrica, Susan Kelley, che utilizza le bambole per mimare le dinamiche degli abusi, come faceva la MacFarlane, e mente ai bambini per ottenere le risposte che vuole.
A una bambina nega fortemente gli abusi la Kelley dice che era stata una sua amichetta a dire che li aveva subìti anche lei, e “di certo la tua amichetta non è una bugiarda” la rimprovera la dottoressa, e solo allora la piccola paziente ritratta.
Anche la Kelley ha interessi in gioco, non vuole sfigurare, da anni partecipa come esperta a dibattiti televisivi sulle molestie sessuali sui bambini.
Se un bambino nega gli abusi lei lo incalza, lo ricatta moralmente, finché non cede.
I piccoli testimoniano che i maestri li avrebbero stuprati con coltelli, stoviglie, bacchette magiche.
Un maestro si sarebbe travestito da clown per violentarli, e ovviamente poi c’era l’elefante.
Gli imputati in questo caso patteggeranno delle pene più miti per la paura di passare la vita in prigione.
I processi non riguardano solo istituti scolastici, nella contea di Kern in california 60 persone vengono accusate di fare parte di un culto satanista che abusa dei bambini.
Nel 1982 Mary Ann Barbour, che lotta per la custodia esclusiva delle nipotine, accusa i genitori di queste ultime di aver abusato di loro.
Sua figlia e il genero, insieme ad altre persone, sono parte di un gruppo di pedofili, sostiene la donna.
Mary accusa Scott e Brenda Kniffen, i cui figli sono compagni di scuola delle nipoti. I ragazzini vengono interrogati e confermano gli abusi.
Dopo numerose indagini viene appurato che i ragazzi hanno mentito e i coniugi vengono scagionati.
A questo punto sarà un susseguirsi di casi analoghi nella contea, con processi farsa e persone innocenti ingiustamente condannate.
John Stoll, un carpentiere di 41 anni, viene condannato a 40 anni di prigione per stupro di minore e per produzione di materiale pedopornografico (mai trovato), ci rimarrà per 19 anni fino a che una delle vittime ritratta.
Durante un’udienza il ragazzo e altri testimoni rivelano che gli abusi non sono mai avvenuti.
Stoll e altri imputati condannati ingiustamente faranno causa alla contea e al procuratore, che dovranno pagare quasi 10 milioni di dollari totali in risarcimento.
Viene dichiarato che ogni indagine era alla fine una irrazionale caccia alle streghe.
Nel frattempo però, per incompetenza e fanatismo, tante vite vengono sconvolte e distrutte.
Questa ossessione per le sette sataniche è a tutti gli effetti una forma di panico collettivo ingiustificato e col tempo diversi esperti iniziano a smontare le teorie esposte dal libro Michelle remembers.
Queste analisi saranno molto importanti per il proscioglimento degli imputati nei processi per abuso rituale dei minori, perchè dimostreranno il fanatismo e la malafede degli accusatori coinvolti.
Lawrence Padzer era sempre stato considerato un professionista accreditato ma la sua posizione comincia a vacillare.
Padzer a un certo punto, nella sua predicazione, inizia a esagerare.
Viene denunciato per calunnia da Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana, per le sue dichiarazioni secondo cui le persone che avevano abusato della moglie fossero parte della sua congregazione.
Solo che la Chiesa era stata fondata nel 1966, mentre Michelle avrebbe subìto i primi abusi nel 1955.
Lavey afferma che il libro non rispecchia assolutamente ciò che è in realtà il satanismo della sua Chiesa, ma è un'accozzaglia di stereotipi dannosi.
Nell’ottobre del 1980 il giornalista canadese Paul Grescoe decide di investigare sulle dichiarazioni di Michelle Smith.
Rintraccia il padre della donna, Jack Proby, che nega le accuse.
Grescoe fa notare che nel libro non si parla delle sorelle di Michelle, né delle indagini fatte dalla polizia sugli eventi terribili raccontati nel libro.
Padzer ha mai informato la polizia degli abusi dopo le rivelazioni di Michelle? Sembra di no, ha solo scritto il libro.
Cosa che risulta strana, visto che lo psicologo da anni denuncia l’esistenza di una cospirazione nazionale di satanisti.
Questa stessa obiezione viene portata anche da Debbie Nathan e Michael Snedeker, autori del libro Satan’s Silence: Ritual Abuse and the Making of a Modern American Witch-Hunt, del 1995.
Nel libro Michelle dice che c’erano state segnalazioni alla polizia contro la sua famiglia e che i satanisti avevano cercato di ucciderla in un incidente d’auto.
Di tutto ciò non esisteva nessun rapporto di polizia.
Come non esiste una massiccia denuncia di neonati scomparsi in Canada in quegli anni.
Michelle parla di sacrifici umani di bambini, da dove venivano le vittime se non ci sono state segnalazioni di scomparse?
L’agente Kenneth Lanning dell’FBI è dello stesso parere.
Non si sono registrati rapimenti sospetti nella zona o nel Paese, non nelle modalità descritte da Michelle, così come non sono mai stati trovati cadaveri.
Se sei a conoscenza di reati così gravi dovresti dare dettagli alle forze dell’ordine, così che venga fatta giustizia” sostiene Lannings.
L’agente ha un certo interesse per la questione, il suo primo istinto è di essere d’aiuto, pensa sia utile identificare i casi e le persone di cui parla Michelle nel libro.
Ci prova in autonomia, ma non trova nulla.
Decide di partecipare a una conferenza di Padzer nella città di Virginia nel 1987.
C’erano molti poliziotti tra il pubblico, ricorda Lannings, tutti avevano domande, ma Padzer ogni volta che il quesito richiede maggiori spiegazioni diventa evasivo, cambia argomento.
Soprattutto quando la domanda viene posta a Michelle è evidente che qualcosa non torna, perché la donna dice qualcosa, brevemente, e poi guarda Padzer, che prosegue nella risposta al posto suo.
Così Lanning interviene: “Perchè non lascia rispondere lei?”
Padzer dà una spiegazione sbrigativa: Michelle ricorda gli abusi solo durante le sedute di ipnosi, per questo le hanno registrate e trascritte, ma finita la seduta la sua memoria è di nuovo confusa, i ricordi sono svaniti, per questo spetta a lui fare chiarezza.
Sono io il depositario della sua storia ora.” dichiara Padzer.
A quel punto, ricorda l’agente dell’FBI, in molti hanno smesso di prendere appunti.
Lanning dice che Padzer aveva iniziato a parlare di Michelle usando la parola “compagna”, “moglie”, e l’agente dell’FBI è scioccato, quanto può essere inappropriata questa cosa?
In quegli anni infatti Padzer e Michelle avevano divorziato dai rispettivi coniugi, e si erano sposati.
Nel 1990 il Dipartimento di giustizia ammette che sono stati investiti milioni di dollari per investigare sull’esistenza delle sette sataniche e per individuare eventuali congregazioni, inoltre ci fu una massiccia produzioni di materiale informativo che avvisava la popolazione di un possibile pericolo.
Soldi sprecati secondo Robert Hicks del Dipartimento: “Prima di Padzer e Smith non avevamo mai ricevuto segnalazioni su sette sataniche o stupri rituali sui bambini. Dopo il libro non si parlava d’altro.”
Si scoprono altre incongruenze.
Nel libro Michelle dichiara di ricordare di essere stata tenuta prigioniera dalla setta per due mesi, ma Grescoe parlando con insegnanti e vecchi amici scopre che la donna non è mai scomparsa per un periodo così lungo, frequentava regolarmente la scuola e veniva vista in giro con i genitori.
Altri giornalisti si interessano al caso, e come Grescoe non trovano molte risposte, non ci sono persone, a parte il padre di Michelle, che possono confermare o smentire ciò che è successo negli anni ‘50.
Si cerca di confutare la versione di Michelle cercando tra i referti medici.
A prima vista Michelle non presenta né cicatrici né segni sospetti.
La coda di Satana, quella cicatrice di cui parla Michelle, secondo un medico che l’aveva avuta in cura altro non era che una forma di dermatite causata da un’allergia a un bagnoschiuma.
Una bambina di 5 anni torturata e stuprata per mesi dovrebbe ricevere delle cure mediche a un certo punto, ma non ci sono referti ospedalieri.
L’indagine di Grescoe si arena, il giornalista non trova molte informazioni, inoltre in quel periodo l’interesse è per i processi alle scuole di cui abbiamo parlato prima, il panico satanico è ancora troppo intenso per riuscire a spiegare la situazione in modo razionale e avanzare dei dubbi.
Ci vorranno anni prima che qualcuno riprenda in mano la questione.
Nel 2002 lo scrittore esperto di paganesimo Kerr Cuhulain, autore di tanti libri sulle religioni e in particolare sulla religione Wicca (è lui stesso un fedele), cerca di smontare la versione di Michelle.
Non è possibile non rintracciare l’esistenza di un culto così massiccio, dovrebbero esserci altre testimonianze simili. Inoltre i rituali come quelli descritti dalla donna sono impossibili da concretizzare, durano settimane e prevedono la presenza di almeno 50 persone, quindi è di nuovo impossibile che nessuno abbia notato l’assenza di così tanti individui da scuole, luoghi di lavoro, quartieri.
Secondo Michelle i rituali venivano celebrati in uno dei cimiteri più grandi di Victoria, Cuhulain fa notare che il luogo è circondato da case, non è possibile che nessuno non abbia visto qualcosa.
A meno che quel qualcosa non sia mai avvenuto.
Michelle non ha mai saputo descrivere l’aspetto fisico dei presenti, cosa strana visto che teoricamente vedeva quelle persone regolarmente.
L’unica cosa che ricordava è che agli adepti spesso mancavano delle dita, dettaglio singolare che poteva permettere di identificare dei possibili sospetti, ma chi ha indagato non ha mai trovato riscontri.
Cuhulain spiega inoltre che molti dei ricordi di Michelle sembrano estrapolati da film horror e dalle tradizioni tribali di cui era esperto Padzer, che aveva lavorato per anni in Africa.
Secondo lo scrittore Smith provava una forte attrazione per Padzer già dalle prime sedute e per continuare la terapia e vederlo regolarmente ha assecondato le sue supposizioni sui ricordi repressi.
Cuhulain si pone e pone una domanda importante: perché nessuno ha verificato questi dettagli prima della pubblicazione del libro o prima di istituire dei processi contro le scuole?
Probabilmente perchè l’opinione pubblica aveva e ha un grosso peso in queste questioni.
La gente era ormai isterica, il panico satanico aveva infettato la popolazione, non si poteva più tornare indietro.
Col tempo altri esperti si allinearono con le posizioni di Cuhulain, il libro Michelle remembers, dichiarano, è costruito su falsità e ricordi indotti.
Molti psicologi ribadiscono quanto l’uso dell'ipnosi sia pericoloso proprio perché non è possibile stabilire e distinguere tra ricordi reali e fantasie nate da letture o visione di film, o da condizionamenti esterni.
Padzer, secondo alcuni suoi colleghi, ha creato in Michelle dei ricordi falsi, e la donna non è stata in grado di distinguerli da quelli reali perché durante l’ipnosi ogni esperienza sembra incredibilmente vivida.
Inoltre Michelle si fidava del suo terapista, e seduta dopo seduta ogni ricordo diventava sempre più nitido e innegabile.
Secondo molti psicologi dunque è plausibile che la storia di Michelle sia una mistificazione.
Nel 2023 esce il documentario Satan wants you, scritto dai registi Sean Horlor e Steve Adams, che finalmente scardinano una consistente rete di bugie.
Horlor racconta di ricordare che da piccolo era frequente sentir raccontare storie di neonati scomparsi e la gente li collegava in automatico all'esistenza di sette sataniche che praticavano omicidi rituali.
Solo che poi il 90% di questi racconti erano il classico sentito dire, non era scomparso nessun neonato, ma la gente ci credeva davvero, perchè il libro Michelle remembers aveva già iniziato a spopolare.
Un giorno Horlor e Adams si ritrovano il libro tra le mani mentre scrivono i copioni di un programma televisivo.
Decidono di farne un documentario, la storia è incredibile, ed entrambi si ricordano del panico satanico che si era scatenato in quegli anni.
La sceneggiatura ha però una svolta inaspettata, si trovano a scoprire una storia ben diversa da quella raccontata nel libro.
I due registi intervistano molte persone, tra cui gli stenografi che hanno trascritto le sedute di terapia di Michelle, la sorella della Smith, Charyl, e la prima moglie di Padzer, Marilyn, con la loro figlia Theresa.
Charyl, che per anni aveva evitato interviste, si apre con i due registi, e racconta di come il libro abbia sconvolto l’intera famiglia e sostiene che i ricordi di Michelle sono falsi.
Quando uscì il libro la loro madre era morta da poco e non poteva ribattere contro le bugie della figlia.
Charyl la ricorda come una donna buona, cristiana, di certo non una molestatrice di bambini o una satanista.
La sorella Michelle inoltre non era mai scomparsa da casa, non l’aveva mai vista dolorante o ferita.
Anche Marilyn e la figlia Theresa avevano tenuto un profilo riservato.
La donna aveva conservato ogni lettera, ogni ricevuta, le aveva consegnate alla polizia ma nulla di più, lo faceva per scrupolo ma dopotutto non c’era un reato da contestare.
Decide con la figlia di parlare con Horlor e Adams, finalmente possono raccontare la loro versione della storia.
Michelle Smith era una paziente come tante altre, ma poi qualcosa è cambiato.
Marilyn racconta che una sera lei e Lawrence stavano guardando un film in TV, Sybil, che raccontava la storia di Shirley Ardell Mason, una delle prime donne ad essere curate per il disturbo dissociativo della personalità.
Il film è uscito nel 1976, lo stesso anno in cui Michelle inizia le sedute di terapia con Padzer.
La pellicola era tratta dal libro della giornalista Flora Rheta Schreiber, che aveva raccolto le testimonianze della donna e della sua terapista, la
dottoressa Cornelia B. Wilbur.
La ragazza si era rivolta alla psicoanalista per dei problemi di ansia e perdita di memoria, e dopo diverse sedute di ipnosi e terapia farmacologica la Wilbur era riuscita a far emergere la verità: Shirley soffriva di un disturbo dissociativo della personalità, noto prima di allora come personalità multiple.
La ragazza infatti dopo anni di abusi sessuali e psicologici perpetrati dalla madre aveva sviluppato 16 personalità.
La storia merita un capitolo a parte, ne parlerò, per ora per essere sintetici e non dilungarsi troppo diciamo solo che anche la storia di Shirley/Sybil fu molto contestata, proprio per l’utilizzo dell’ipnosi come metodologia per portare a galla ricordi confusi.
Marilyn ricorda che mentre guardavano il film il marito le disse che sperava di diventare un giorno famoso come la Wilbur, “Non voglio essere uno psicologo qualunque.
Poi si ricordò di avere una paziente molto simile alla Sybil del film, e fu così che contattò Michelle per suggerire di usare l’ipnosi durante le sue sedute.
Michelle, come Shirley, viene ipnotizzata dal suo terapista e solo allora aveva ricordato i terribili abusi sessuali subìti nell’infanzia.
A quel punto Michelle diventa una presenza ingombrante.
Dopo poche sedute di ipnosi si era infatuata di Lawrence Padzer, telefonava a casa sua a tutte le ore, addirittura li aveva raggiunti durante dei viaggi di famiglia.
Il bisogno di avere risposte portava a cercare spasmodicamente la compagnia del suo psicologo, solo lui poteva aiutarla a capire.
Secondo Marilyn Lawrence credeva di aver risvegliato dei ricordi autentici.
L’ex signora Padzer racconta di quanto l’ex marito fosse un fervente cattolico, del viaggio a Roma insieme al vescovo e a Michelle per portare le registrazioni delle sedute in Vaticano.
La donna, preoccupata per il marito, ne aveva parlato con il loro padre spirituale che l’aveva rassicurata, quello che Lawrence sta facendo è importante, avrebbe aiutato a fare proseliti e a raccogliere nuovi fedeli.
Per questo, spiega Marilyn, l’ambiente cattolico della città dava corda a suo marito.
Da lì a poco il matrimonio naufraga.
Padzer si fa fotografare per i giornali durante le sedute con Michelle.
Marilyn vede pubblicate foto di suo marito accanto alla donna, sdraiata sul lettino dello studio mentre indossa solo il reggiseno.
La goccia che fa traboccare il vaso, è evidente che suo marito è ormai affascinato ed ossessionato da questa donna.
Anche Michelle divorzia, Charyl racconta che il primo marito, Doug, era ormai da anni stato messo da parte, il mondo della donna ruotava solo intorno a Padzer e alle sedute di ipnosi.
Lui era il suo salvatore.
Theresa ha raccontato che il padre si era allontanato dopo il divorzio e il matrimonio con Michelle, ma si erano riavvicinati negli ultimi anni di vita dell’uomo e che avrebbe espresso alla figlia perplessità sul suo operato.
Padzer è morto nel 2004, a 67 anni, per un infarto.
Nonostante siano passati anni per Marilyn e Theresa la questione rimane aperta, quella storia ha avuto un impatto enorme sulle loro vite, per questo accettano l’invito di Horlor e Adams e partecipano al documentario.
Il panico satanico è piano piano sfumato e sbiadito ma è importante raccontare la verità.
Non deve succedere di nuovo.
Michelle invece non ha voluto rilasciare interviste.
Charyl rivela che per la sorella è tutto molto complicato.
La donna partecipa alle riunioni di famiglia, ma è in difficoltà, è consapevole di aver distrutto l’armonia che c’era tra loro per una storia che forse non è nemmeno vera.
Ora che Lawrence è morto Michelle è sola, senza l’uomo che per anni l’ha convinta e sostenuta nei suoi ricordi, colui che ogni giorno ha rinvigorito il suo trauma e le sue paure, e le ha cullate e guarite.
Ma non del tutto.
Senza di lui Michelle non sa cosa sia vero e cosa no.
Prima di incontrare il futuro marito Michelle
lottava contro la depressione da anni, ma non aveva mai parlato degli abusi, delle sette sataniche.
Viene spontaneo chiedersi se Michelle sia complice o vittima del dottor Padzer.
La donna è stata parte attiva nella mistificazione o ha solo assecondato il marito in una storia da lui creata per eguagliare i successi della dottoressa Wilbur, l’autrice di Sybil?
Certamente Padzer ha commesso un grande errore, ovvero permettere che la relazione con Michelle diventasse personale, ha assecondato la sua ossessione verso di lui, e a quel punto era impossibile non fidarsi ciecamente l’uno dell’altra.
E ha inoltre creduto di poter padroneggiare una tecnica controversa come l’ipnosi, ritenendo di essere in grado di scremare le fantasie di Michelle per riconoscere i ricordi autentici.
E invece ha impiantato nel cervello di Michelle dei falsi ricordi.
Chi ha mentito, chi ha dato vita alla bugia?
I due erano consapevoli o inconsapevoli della bugia?
Probabilmente non lo sapremo mai.
Ma è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e continuare ove serve l’opera di debunking, perché come spiega Kenneth Lannings il successo di Michelle remembers ha portato a tragiche conseguenze.
Il panico satanico che ha creato ha influenzato in modo irrimediabile l’approccio alle molestie sui minori, e oltre ad avere messo persone innocenti in prigione il prezzo più alto lo pagano i minori: "Molti bambini non verranno creduti, anche se hanno subìto veri abusi.
Non essendoci prove degli abusi rituali viene scartata anche l’ipotesi che quei bambini siano stati semplicemente molestati da singoli individui e non da sette religiose. Se l’abuso rituale è una bugia allora lo è probabilmente anche quello più realistico, quello domestico. Non si indaga oltre, e i colpevoli non vengono cercati, i bambini non vengono aiutati.

Ma il caso di Michelle non è unico, anzi.
Come lei anche Lauren Stratford ha un passato di abusi rituali.
Ricordate, l’ho nominata all’inizio, anche lei è stata ospite nel programma tv di Oprah Winfrey insieme a Michelle.
Ma di Lauren e della sua incredibile storia parleremo più avanti…

















Nessun commento:

Posta un commento