giovedì 17 ottobre 2024

Buio in sala: la maledizione di Poltergeist

Se non credete ai film maledetti forse questo articolo vi farà cambiare idea.
Oggi parliamo del film maledetto per antonomasia, forse ancora più controverso de L’esorcista.
Parliamo di Poltergeist - Demoniache presenze (in originale Poltergeist).
Il film è un horror statunitense del 1982 scritto e prodotto da Steven Spielberg e diretto da Tobe Hooper.
I protagonisti del film sono i membri della famiglia Freeling che dopo aver traslocato nella nuova casa una notte sorprendono la figlia cinquenne Carol Anne a parlare con la televisione spenta, la bambina a un certo punto comunica ai genitori che “Essi stanno arrivando!”.
Da lì la famiglia comincia ad essere vittima di fenomeni paranormali sempre più spaventosi.
Il film ottiene un successo planetario e successivamente saranno girati due sequel: Poltergeist II - L'altra dimensione (1986) e Poltergeist III - Ci risiamo (1988).
Nel 1996 viene trasmessa anche una serie televisiva omonima che è però non è collegata ai film originali.
La pellicola ottiene numerosi riconoscimenti per gli effetti speciali innovativi in particolare sull’utilizzo delle apparecchiature luminose.
Una curiosità sul film viene rivelata dall’attrice JoBeth Williams che ha raccontato che la produzione utilizzò scheletri veri per girare la famosa scena della piscina.
I produttori raccontarono che ai tempi in cui fu girato il film era meno costoso acquistare degli scheletri umani anziché di plastica.
Ovviamente la presenza di veri corpi umani sul set innervosì parecchio la troupe, che col senno di poi si chiese se non fosse stata questa scelta azzardata ad attirare la maledizione sul film.
Infatti negli anni successivi la sorte si è accanita su membri del cast e della troupe, e ci sono tre vicende che in particolare hanno sconvolto l’opinione pubblica.
Nel 2009 l'attore Lou Perry (o Perryman), noto anche per aver partecipato anche ai cult slasher Non aprite quella porta, viene ucciso da un ex galeotto.
Quell’anno il 26enne Seth Christopher Tatum viene rilasciato dalla prigione di Stato dopo aver scontato 3 anni per furto.
Tatum è affetto da disordine bipolare e ha precedenti di tossicodipendenza, e poco dopo la sua scarcerazione di sua iniziativa smette di assumere i farmaci che gli erano stati prescritti come parte delle condizioni per il suo rilascio.
Il ragazzo chiede di essere ricoverato in una struttura per riabilitarsi completamente, ma la famiglia non ha abbastanza soldi per poterlo fare, così Tatum rimane a vivere a casa della madre. 
In questo periodo ricomincia a fare uso di droghe e alcol.
Il primo aprile Tatum aggredisce il compagno della madre mentre è in bagno, causandogli una frattura cranica, poi attacca la donna con delle cesoie e scappa.
Nel fuggire raggiunge casualmente la casa dell’attore e vedendolo in giardino inizia a conversare con lui, il suo intento iniziale è quello di rubargli la macchina.
Perryman lo saluta e rientra in casa e Tatum, forse ottenebrato dalle droghe e dall’alcol, cambia idea.
Invece di rubare il veicolo raggiunge l’attore in casa e mentre questo è seduto al computer lo uccide con 10 colpi di accetta.
Tatum si consegna spontaneamente alla polizia, verrà condannato all’ergastolo.
La sorte dell’attrice Dominique Dunne è altrettanto inquietante.
Dunne conosce lo chef John Thomas Sweeney nel 1981, nel ristorante dove lui lavora.
La passione è travolgente e i due vanno a convivere dopo solo poche settimane.
Sweeney si rivela subito come un fidanzato geloso e possessivo, causando tra loro numerosi liti. 
A un certo punto l’uomo inizia ad abusare fisicamente di Dominique, la sua furia è tale da arrivare a strapparle i capelli a manciate.
Dunne scappa a casa di sua madre, la quale prova a tenere l’uomo lontano dalla figlia, ma è inutile.
Sweeney si presenta da loro, si scusa, promette di diventare una persona migliore e Dominique, con tutta l’ingenuità di una giovane ragazza alle prese col primo amore, lo perdona e torna a vivere con lui.
Il 26 settembre 1982 i due discutono nuovamente, Sweeney aggredisce Dominique, la afferra per la gola e inizia a strangolarla. 
La ragazza si salva grazie all’intervento di una loro amica, che era nell’altra stanza, il quale accorre avendo sentito "dei versi che sembravano forti conati di vomito".
Quando però l’amica entra nella camera trova solo Dunne a terra, la quale afferma che Sweeney aveva tentato di ucciderla, ma l’uomo si difende, nega, dice che è stato un incidente.
Putroppo la loro amica gli crede e li lascia di nuovo da soli, a quel punto l’uomo dice a Dominique di andare a dormire, ne avrebbero parlato il giorno dopo.
Dominique annuisce e va in bagno con la scusa di prepararsi per poi scappare dalla finestra. 
Raggiunge la macchina e la mette in moto, Sweeney a quel punto cerca di fermarla saltando sul cofano, ma la ragazza riesce a farlo scendere e scappa da sua madre.
Nei giorni successivi Dominique chiama Sweeney, gli comunica che la loro relazione è finita e che deve lasciare la casa. 
Sweeney non obietta, Dominique può tornare a casa sua, non prima di aver cambiato tutte le serrature.
Poche settimane dopo, il 30 ottobre 1982, Dunne si trova nella sua casa di West Hollywood e mentre è al telefono con il collega David Packer Sweeney riesce a convincere l’operatore a intervenire nella conversazione per riferire che il ragazzo ha urgenza di parlare con lei.
Dunne accetta e mette in attesa la conversazione con Packer, convinta di poter liquidare velocemente l’ex fidanzato, cosa che effettivamente riesce a fare.
Ma era una trappola, uno stratagemma per scoprire se Dominique fosse in casa.
Dieci minuti dopo Sweeney si presenta a casa della Dunne. Dominique, ancora al telefono con Packer, gli dice nuovamente di attendere, ci metterà poco a convincerlo ad andare via.
La ragazza esce sul portico per parlare, ma la conversazione si trasforma velocemente in un litigio. Parker dall’altra parte del telefono sente delle urla e un tonfo. Non sentendo tornare l’amica chiama la polizia, ma gli agenti gli riferiscono che sta chiamando da un’altra giurisdizione, e non intervengono.
Packer allora decide di andare lui stesso a controllare se l’amica sta bene.
Packer raggiunge la casa dell’amica e vi trova Sweeney, inginocchiato sopra il corpo esanime di Dunne. 
Sweeney vede Packer e gli grida di chiamare la polizia. 
Quando la polizia finalmente arriva Sweeney li accoglie nel vialetto con le mani in alto e si consegna dicendo: "Ho ucciso la mia ragazza e ho cercato di uccidermi". 
In commissariato confessa che lui e Dunne hanno litigato, ma non riesce a rammentare cosa fosse successo dopo l'inizio del litigio, afferma di ricordare di averla sovrastata e di averle messo le mani attorno al collo: "Amico, ho rovinato tutto. L'ho uccisa. Non pensavo di averla soffocata così forte, ma non lo so, ho continuato a soffocarla. Ho perso la pazienza e ho rovinato tutto di nuovo."
Secondo il medico legale che ha eseguito l'autopsia di Dunne la donna è stata strangolata per almeno tre minuti. 
Questa tempistica fa cadere ogni possibile attenuante per infermità mentale e l’incidente, dato che in tre minuti Sweeney avrebbe potuto riprendere il controllo e fermarsi.
Durante il processo emergono nuovi elementi, il passato violento di Sweeney non era una novità.
Lillian Pierce, ex fidanzata di Sweeney, dichiara che nei 3 anni in cui sono stati insieme Sweeney l'aveva aggredita almeno in dieci diverse occasioni e che era anche stata ricoverata in ospedale due volte per le ferite riportate, tra le quali un timpano perforato, un polmone collassato e una frattura al naso.
Durante la testimonianza di Pierce Sweeney cerca di scappare nelle stanze del giudice ma viene fermato e ammanettato alla sedia, per poi mettersi a piangere.
Il 21 settembre 1983 la giuria assolve John Sweeney dall'omicidio di secondo grado ma lo dichiara colpevole dell'accusa minore di omicidio volontario, la condanna è di 6 anni di carcere.
La famiglia di Dunne si dichiara indignata definendo il processo una farsa ingiusta.
John Sweeney viene rilasciato sulla parola nel settembre 1986, dopo solo 3 anni.
Dopo il suo rilascio Sweeney riprende il suo lavoro di capo chef, questa volta in un ristorante di lusso a Santa Monica in California.
La famiglia di Dominique, scoperto il suo luogo di lavoro, si accampa fuori dal ristorante e distribuisce volantini ai passanti: "Il cibo che mangerete stasera è stato cucinato dalle mani che hanno ucciso Dominique Dunne".
A questo punto Sweeney lascia il lavoro e si trasferisce a Los Angeles, di lui non si sa più nulla.
L’omicidio di Dominique Dunne fu scioccante per il pubblico, ma forse la morte che però più di tutte lo sconvolse fu quella della piccola attrice Heather O'Rourke, che interpretava Carol Anne.
Nonostante la giovane età Heather era un’attrice molto nota, oltre alla saga Poltergeist aveva partecipato a numerose serie tv di successo quali Happy days e Chips, aveva vinto il Young artist award per la serie tv Webster.
La sua interpretazione in Poltergeist fu acclamata da pubblico e critica.
Nel 1987 O'Rourke comincia ad ammalarsi, è spesso stanca, vomita, inizialmente le viene diagnosticata la malattia di Crohn e viene curata di conseguenza.
Ma le sue condizioni peggiorano, Heather ha continui episodi di vomito e diarrea, comincia a perdere peso. A questo punto vengono fatte ulteriori analisi e i medici capiscono che la bambina soffre in realtà di giardiasi, una malattia causata da un parassita che probabilmente è stata contratta bevendo acqua contaminata, forse nuotando in un lago dove era stata in vacanza con la famiglia.
Nel gennaio del 1988 O'Rourke si ammala di un'influenza molto debilitante, tanto che il giorno dopo è necessario portarla in ospedale.
Durante il viaggio in ambulanza la bambina ha un arresto cardiaco ma viene rianimata, poi viste le sue condizioni in continuo peggioramento viene inviata subito a San Diego in un ospedale pediatrico.
Qui i medici scoprono che l’intestino della bambina è ormai in grave stenosi, e viene operata d’urgenza.
Heather supera l’operazione ma ha un secondo arresto cardiaco, probabilmente causato da uno shock settico, che le è fatale.
Heather muore il primo febbraio 1988 a soli 12 anni.
Heather venne sepolta nel cimitero del Pierce Brothers Westwood Village Memorial Park di Los Angeles, luogo di sepoltura di altre star come Truman Capote, Marilyn Monroe, Frank Zappa e tante altre, con una cerimonia privata.
Come se la morte di Heather non fosse già un immenso dolore per la famiglia iniziano a circolare delle strane voci sulla sua malattia, vengono sollevati dei dubbi sulla diagnosi.
Il primario di gastroenterologia Daniel Hollander ha affermato che la modalità della morte di O'Rourke erano insolite, dato che non c’erano precedenti di problemi intestinali: "Certo è possibile una stenosi congenita asintomatica e così fulminante, ma considerate le condizioni di fragilità dell’intestino mi sarei aspettato di riscontrare molte difficoltà digestive nella cartella medica della paziente.”
Ai dubbi sollevati dal medico si aggiungono indiscrezioni inquietanti.
Poco dopo la morte di Heather su un giornale francese, Les Echoes, esce un’intervista abbastanza delirante a Macaulay Culkin, uno dei più famosi baby attori di Hollywood, famoso per il film cult Mamma ho perso l’aereo (Home alone).
In questa intervista, ormai quasi introvabile perché venne rimossa in seguito a numerose proteste, Culkin affermava di aver sentito dire da un produttore hollywoodiano molto famoso di collezionare oggetti fatti di pelle umana, appartenuta a star del cinema. 
L’incontro ha luogo durante le riprese di Mamma ho riperso l’aereo (Home alone 2) con questa personalità di spicco dello star system che cercò di convincere Culkin a emanciparsi dai genitori, come racconta l’attore, “ma io gli dissi amico, ho solo 11 anni! A quel punto si leccò le labbra, continuava a dirmi che ero carino, e tirò fuori una pipa da crack e se la mise sul pube, mi disse che era per festeggiare il mio successo. Io sono scappato, ma il tipo della security mi ha riportato nella stanza.”
A quel punto questa persona inizia a fumare, gli soffia in faccia il fumo del crack e gli rivela di avere delle scarpe fatte con la pelle di Heather O’Rourke.
 "Sono cresciuto guardando Poltergeist. La ricordavo in Happy Days. Era così carina." ha raccontato Culkin "All’inizio ero incredulo, ma poi ho capito cosa intendesse dire e gli ho vomitato sulle scarpe." 
Se questa dichiarazione ci appare evidentemente esagerata, anche considerato il passato di dipendenza da droghe ed alcol di Culkin, contiene purtroppo una parte di verità. 
Il problema della pedofilia sui set cinematografici dove erano coinvolti dei minori era ed è una realtà, basta pensare alla recente serie documentario Quiet on set (la trovate online, ad esempio su tik tok) che ha rivelato delle molestie sessuali e stupri ai danni dei giovani attori di Nickelodeon negli anni ‘90 e 2000.
Culkin non aveva fatto segreto di essere stato più volte approcciato da produttori e colleghi con lusinghe di tipo sessuale, questo comportamento non era insolito.
Già negli anni’80 c’erano molte baby star lasciate da sole sui set cinematografici, i genitori venivano quasi sempre allontanati per diversi motivi, di solito per evitare intromissioni nel lavoro dei figli.
Così è spesso capitato che questi bambini venissero lasciati in balia di predatori che sapevano di avere gioco facile, anche grazie all’ausilio di droghe e alcolici.
Culkin non è stato l’unico a rivelare delle molestie subite, anche Corey Feldman, attore de I Goonies, Stand by me e Lost boys, ha dichiarato in più riprese di essere stato abusato sessualmente e parlato dell'esistenza di un “wolfpack”, un gruppo di persone che lo ricattano e minacciano affinché non riveli i nomi di chi per anni ha abusato di lui e di altri bambini.
Feldman ha prodotto e girato un documentario a riguardo, My Truth: The Rape of 2 Coreys, uscito nel 2020, 1o anni dopo la morte di Corey Haim, suo collega e caro amico, e in questa occasione ha fatto il nome dell’attore Charlie Sheen come uno dei predatori abituali sul set, che avrebbe sodomizzato il tredicenne Haim mentre giravano il film Lucas.
Un’accusa che sarebbe supportata anche dalla ex moglie di Sheen Denise Richards che ha dichiarato nella documentazione portata al giudice durante la battaglia legale per la custodia delle figlie di averlo sorpreso a guardare materiale pornografico con protagonisti dei minorenni.
In entrambi i casi Sheen ha negato ogni coinvolgimenti in attività illegali.
Feldman e Culkin, anche se in termini diversi, parlano dell’esistenza di una setta satanica ad Hollywood, i cui membri sarebbero coinvolti in abusi, stupri e omicidi.
Culkin sembra effettivamente credere a quell’uomo che aveva cercato di circuirlo.
Oggetti in pelle umana, vittime sacrificali forse.
E la piccola Heather sarebbe stata una delle vittime.
Culkin nell’intervista censurata racconta che una giovane attrice gli aveva riferito un fatto inqueitante, uno stupro di gruppo a danno di una baby attrice.
La ragazzina ha raccontato all’attore che “aveva 12 anni, e per lavorare, sai come funziona, faresti di tutto. Si aggiungeva sempre qualche persona nuova nel gruppetto di maiali, sempre gente famosa. Era sul set di un quiz televisivo, ambientato in spiaggia, tutte in bikini, e c’era questa bambina, a un certo punto l’hanno chiamata da un’altra parte dello studio….dopo 45 minuti uno di questi tizi è corso fuori e ha detto che serviva un medico…perchè avevano infilato qualcosa nella bambina…è arrivata anche un’ambulanza, ai genitori hanno raccontato un sacco di balle e hanno chiuso in fretta e furia lo show, licenziato un sacco di gente. Nessuno voleva dei testimoni. Io non lo so chi fosse, ma ripenso a quello che mi hanno detto, era una bambina famosa…”
Una storia che potrebbe, purtroppo, adattarsi all’esperienza traumatica di molte attrici, ma la gente ha iniziato a pensare che si riferisse a Heather O'Rourke.
La descrizione della vittima era somigliante, si parlava di una giovane star che aveva lavorato in tante produzioni di successo, inoltre lo stupro sarebbe avvenuto in uno studio vicino a quello dove stava lavorando la O’Rourke, aggiungete le perplessità esternate dal medico sulle dinamiche di una morte forse non causata dalla malattia…la fantasia del pubblico iniziò a scatenarsi.
Ma possiamo davvero credere all’esistenza di una setta satanica, la cosiddetta Congrega delle scarpe rosse, che raccoglie attori e produttori famosi e arriva fino in Vaticano? Pedofili che si riconoscono tra loro indossando, appunto, calzature rosse?
Sembra poco credibile.
Se queste vicende siano collegate alla tragica morte di Heather nessuno può in realtà saperlo, si tratta di rilevazioni inattendibili perché sentite da terze persone, pedofili che forse utilizzavano queste storie raccapriccianti per spaventare le proprie vittime per impedire loro di parlare degli abusi.
Sicuramente tutto questo ha contribuito a creare la leggenda della maledizione di Poltergeist.






























Nessun commento:

Posta un commento