Parlando di Halloween e del Natale ho più volte spiegato di come nel corso della storia le tradizioni e i simboli pagani siano stati integrati all'interno del nuovo culto cristiano per favorire la convivenza armonica tra le genti e rendere più semplice la conversione dei popoli.
La storia dell'evangelizzazione dell'Irlanda ad opera di San Patrizio va vista in quest'ottica, e non solo. Il caso irlandese è stato emblematico e di ispirazione.
San Patrizio (385-461) viene considerato il vero fondatore della chiesa d'Irlanda.
Presumibilmente nato in Scozia Patrizio (Padraìg o semplicemente Patrick) venne fatto schiavo in giovane età, portato dalla Britannia all'Irlanda, dove riuscì a fuggire.
Sull'isola di smeraldo ebbe, secondo le testimonianze, una visione che lo convinse di essere destinato a convertire i Celti alla religione cristiana.
Si trasferì in Gallia e qui acquisì le competenze necessarie dal vescovo Germano di Auxerre, che lo nominò vescovo nel 420, e dagli asceti nelle isole del Mar Tirreno imparò le norme del monachesimo.
Fatto ciò tornò in Irlanda con l'ordine di papa Celestino di evangelizzare l'isola; si stabilì inizialmente ad Armagh, città che divenne poi la sede episcopale, e iniziò la sua predicazione.
Invece di imporre la nuova religione Patrizio decise di adeguarsi alla cultura e alla società del paese che lo ospitava.
Imparò ad esempio il gaelico, in modo da poter predicare e dialogare nella lingua autoctona, si dedicò ad opere caritatevoli in aiuto dei bisognosi.
Col tempo fondò monasteri e abbazie, dando vita al monachesimo irlandese.
Patrizio fece una scelta molto particolare, che sarà di esempio ai suoi successori, ovvero quella di mantenere le radici e le tradizioni celtiche del popolo irlandese per unirle ai simboli e alla fede cristiani.
Ad esempio la croce celtica, nata dall'unione della croce latina con il simbolo circolare del sole. Essa divenne ed è tutt'ora il simbolo del Cristianesimo celtico.
Questa peculiare forma di cristianesimo si diffuse, grazie a Patrizio e a suoi discepoli, in Irlanda, Cornovaglia, Galles e Bretagna nel V secolo. In Scozia e in Inghilterra arriverà circa un secolo più tardi.
La caratteristica di questa corrente è l'unione tra gli elementi della religione celtica con quelli del cristianesimo, unione che vede la perfetta integrazione delle due realtà.
I simboli furono molto importanti nella predicazione di Patrizio.
La croce celtica, che abbiamo già nominato, ma anche il Triskell (detto anche triscele o Triskelis).
Per i druidi esso era il simbolo dei quattro elementi, dell'energia che muove l'universo.
Le sue braccia rappresentavano aria, terra e acqua, unite al centro dal fuoco sacro; elementi sempre in movimento nel ciclico muoversi del tempi e delle stagioni che scandiscono la vita.
Patrizio utilizzò questo simbolo per spiegare la Trinità composta da Padre, Figlio e Spirito Santo, tre persone che risiedono in una sola unità.
Il monachesimo irlandese fece propria questa simbologia, la utilizzò nella predicazione e nella creazione di opere, tanto che i Vangeli scritti e finemente decorati dai monaci in Irlanda tra il V e il VII secolo sono considerati tra le più importanti opere d'arte cristiana di quell'epoca.
Patrizio trovò alcuni appigli nella tradizione celtica anche per insegnare il Vangelo.
Per i Celti l'idea di una vita dopo la morte non era un concetto nuovo, essi credevano nella ciclicità della vita e nella reincarnazione, ma allo stesso tempo erano certi dell'esistenza di un luogo, il Sidh, dove risiedevano gli spiriti.
Pertanto la storia di Gesù che sconfigge la morte e torna tra i vivi con un nuovo messaggio di amore e speranza, per poi ascendere verso il Paradiso, venne accolta con interesse e partecipazione.
A loro che credevano in una continua infinita esistenza vissuta sotto forme sempre diverse non dispiacque l'idea che alla fine ci fosse per tutti una fine reale, nel regno dei cieli, in pace, pertanto iniziarono a farla propria e la inserirono nella loro teologia, fino a che essa non sostituì l'antica visione sulla reincarnazione.
Secondo le leggende Patrizio ispirò nei Celti una nuova consapevolezza, l'idea di un Dio che non pretende nulla dai suoi fedeli, a differenza degli dei pagani.
Emblematica è la storia che narra il suo duello con i druidi.
Per dimostrare la potenza delle divinità pagane i druidi oscurarono il cielo, al che Patrizio pregò Dio di riportare la luce. E ovviamente il cielo si rasserenò.
"Perché togli il sole a questa povera gente? Io invece vi porto la luce!" disse il santo.
Al di là del racconto leggendario, la differenza tra i santi e i druidi era in effetti molti labile nell'immaginario delle popolazioni pagane irlandesi.
Come i druidi i santi erano capaci di magie, i miracoli, la loro vita era di ispirazione per i credenti, era noti per dedicarsi alla meditazione, al digiuno, all'eremitaggio.
Infatti con la cristianizzazione i druidi scelsero proprio di ritirarsi nelle foreste, e considerata la loro preziosa conoscenza fu permesso loro di continuare a insegnare ai giovani le antiche tradizioni.
Bisogna precisare che Patrizio fu favorito dal fatto che il druidismo celtico si trovava in un momento di decadenza a causa di lotte interne tra le classi sociali, e le popolazioni erano fiaccate dalla pressione romana, che però ancora non aveva intaccato i loro territori.
Gli uomini che Patrizio e i suoi missionari si trovarono davanti per discutere l'evangelizzazione erano i bardi, responsabili della memoria collettiva del loro popolo, e soprattutto i fili, maghi che si erano acculturati e avevano acquisito nozioni di filosofia e giurisprudenza.
Questi ultimi guidavano spiritualmente e politicamente i clan irlandesi, e fu con loro che Patrizio instaurò il vero dialogo verso l'integrazione e la conversione.
Dal momento in cui egli convinse i fili ad accettare la nuova religione anche i membri dei clan fecero la stessa scelta.
A questo proposito, va fatta un'altra doverosa precisazione.
Nonostante le buone intenzioni di Patrizio stiamo comunque parlando di una campagna di conversione.
L'evangelizzazione altro non è se non un'invasione, non necessariamente militare ma culturale e religiosa, ed è ingenuo pensare che sia stata accolta a braccia aperte dalle popolazioni celtiche.
Anche nei territori irlandesi ci sono state lotte, opposizione, mancanza di fiducia verso i missionari, come è normale che sia quando si parla di questi avvenimenti storici.
La cristianizzazione ha modificato radicalmente la vita dei pagani in Irlanda e Gran Bretagna, non si può negare questa responsabilità.
Ma d'altra parte l'operato paziente e rispettoso voluto da Patrizio ha permesso che questo ostracismo e diffidenza fossero ridotti al minimo, e che l'assimilazione della religione cristiana fosse vissuta come un'evoluzione naturale.
Il rispetto verso i clan e la loro autorità fu uno dei punti cardine della cristianizzazione dell'Irlanda.
Quando un missionario convertiva un capoclan questi gli permetteva di costruire una chiesa e la sua abitazione su quei territori che appartenevano al clan.
Ciò rendeva i nuovi cristiani Celti una comunità
che col tempo prese il nome di monastero.
Esso era molto diverso dalla tipologia di monastero medievale a cui siamo soliti pensare. Il clan non era chiuso e isolato, anzi, la comunità monastica si dedicava all'agricoltura, alla caccia, alla costruzione, alla crescita del benessere della società.
In tutto questo mutamento sociale il capoclan conservava il suo potere temporale e secolare.
Col tempo si iniziò a conferirgli il titolo di abate.
Nei monasteri celtici l'abate era più importante del vescovo, vennero nominati sacerdoti uomini sposati e laici. Il celibato non era una regola ma era considerato una qualità morale.
Un elemento interessante è la convivenza tra le comunità maschili e quelle femminili. Le donne godevano di diritti di uguaglianza, come era da sempre nelle tribù celtiche, erano sacerdotesse al pari degli uomini e potevano leggere e predicare le Scritture, dedicarsi allo studio e all'insegnamento. Addirittura potevano ascoltare le confessioni dei fedeli ed elargire penitenze e perdono. Col tempo vennero nominate le prime badesse.
Ecco perché Patrizio e i suoi missionari non trovarono una massiva resistenza di fronte alla loro predicazione.
La realtà dei clan, la fede religiosa e i suoi simboli, le abitudini sociali, nulla venne eliminato come era accaduto nelle evangelizzazioni di altri territori, tutto venne semplicemente riorganizzato, una nuova comunità cristiana con profonde radici celtiche.
Questa nuova gestione tra il laico e l'ecclesiastico perdurò certamente fino all' XI secolo.
In questa situazione che si reggeva in equilibrio tra le tradizioni antiche e la nuova religione cristiana nascono il monachesimo irlandese, maschile e femminile, e soprattutto il cristianesimo celtico, che per secoli si distinse dal cristianesimo romano.
Una peculiarità della chiesa celtica ad esempio risiede nel fatto che Patrizio proibì categoricamente la persecuzione delle streghe.
Inoltre il cristianesimo celtico, forse grazie alla sua apertura verso il monachesimo femminile evi suoi studi, giunse prima della chiesa cattolica alla consapevolezza dell'Immacolata concezione di Maria, nonché della sua Assunzione in cielo.
Le confessioni e le penitenze potevano svolgersi privatamente e non in presenza della comunità.
Dettaglio delicato da apprezzare, secondo la chiesa celtica i bimbi morti prima del battesimo non finivano all'inferno, come sosteneva la chiesa di Roma, essi sarebbero stati battezzati dopo la sepoltura dalla pioggia benedetta che scivolava sul terreno dai tetti delle chiese.
Dato che la simbologia celtica come abbiamo visto venne assimilata all'interno della iconografia cristiana, grazie al cristianesimo celtico sono giunte fino a noi le tradizioni e i simboli antichi delle popolazioni irlandesi e britanniche, non solo come reperto storico archeologico da studiare ma anche come prassi religiosa da seguire.
Paradossalmente è anche merito della scelta di Patrizio di non abolire ma di conservare gli elementi della religione druiduca se oggi esiste un neo paganesimo di ispirazione celtica.
Patrizio, uomo e santo, diviso tra la sua fede e l'ammirazione per una cultura millenaria, consapevole della necessità di unione tra i popoli nel pieno spirito cristiano.
A lui è attribuita la famosa
benedizione del viaggiatore irlandese, e con questa vi auguro un felice giorno di San Patrizio, nella speranza che la predicazione di questo santo sia di ispirazione per il futuro della convivenza tra culture distanti.
"May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again, may God hold you in the palm of His hand."
(“Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”)
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