domenica 29 novembre 2020

Dai fuochi alle fiamme, la strada luminosa verso il Natale.


 
Prima domenica d’Avvento, con oggi entriamo ufficialmente nell'atmosfera del Natale.
L'Avvento è quel tempo liturgico che precede il Natale e ci prepara ad esso. 
Avvento deriva dal latino "adventus", "venuta".
Nella chiesa cattolica, luterana e anglicana l'avvento è attesa del Natale e quindi della nascita di Gesù Cristo (che in realtà non è nato in questo giorno ma ne parleremo più avanti), dura quattro settimane e segna l'inizio dell'anno liturgico.
Nelle chiese orientali invece questo periodo è lungo 40 giorni, infatti viene chiamato anche quaresima natalizia.
Una delle tradizioni più conosciute e celebrate di questi giorni è indubbiamente l'accensione delle candele della corona dell'Avvento.
Ornamento circolare originario del 1600, ma diventerà di uso comune solo alcuni secoli più tardi, essa è composta da rami di sempreverde che racchiudono quattro candele, solitamente l'usanza ne vorrebbe tre viola e una rosa, le quali vengono accese al ritmo di una ogni domenica per le quattro settimane precedenti al Natale.
L'accensione di ciascuna candela indica la progressiva vittoria della Luce sulle tenebre, nel cristianesimo è legata alla sempre più prossima venuta di Gesù Cristo.
Ma le radici di questa tradizione sono più antiche del Natale e del cristianesimo.
L'origine va ricercata nei rituali della festa pagana di Yule.
Yule era, ed è per i fedeli del neopaganesimo e della Wicca, la festa del solstizio d'inverno, che cade nei giorni che vanno dal 20 al 22 dicembre.
In questi giorni era usanza accendere fuochi e candele per prepararsi all’arrivo di Yule, per meditare e celebrare rituali legati all’avvento del solstizio.
La Luce che si fa largo nell’oscurità, la luce che illumina il nostro cammino.
I rituali pagani di Yule e quelli cristiani si sono intrecciati nel corso dei secoli proprio nella bellezza delle loro luci, dando vita a quello che ora noi chiamiamo Natale, tema questo che approfondiremo più avanti.
D'altronde la stessa corona di cui parlavo prima richiama il simbolismo di Yule.
I rami di sempreverde sono la natura che sopravvive al freddo e che rinasce, il cerchio è simbolo di unità e ciclicità delle stagioni, le candele altro non sono che un richiamo alla luce dei falò del solstizio.
Col tempo questo simbolismo è diventato nella tradizione cristiana l'immagine dell'eternità di Dio e della Sua luce che rischiara il mondo nella notte più buia.
C’è un preciso simbolismo anche nelle candele della corona dell’Avvento.
Esse hanno anche un nome, o meglio, ne hanno addirittura due, uno legato alla tradizione biblica e uno che potremmo definire laico.
È interessante questa scelta, che sembra voler lasciare integro quel filo che collega le celebrazioni pagane dell'inverno con il Natale.
Un legame indissolubile e che non va mai dimenticato.
La prima domenica si accende la candela del Profeta, è la candela della Speranza.
I profeti ci hanno annunciato l'arrivo di un uomo, un Messia, che cambierà il mondo e lo renderà migliore. Impossibile non riempire i cuori di speranza di fronte a tale rivelazione.
La seconda candela della corona dell’Avvento è detta di Betlemme, è la candela della Pace.
Non a caso si accende dopo quella della Speranza, perché come si può portare la pace nel mondo se non iniziando a sperare che esso possa cambiare, che l'umanità possa cambiare? 
E il cambiamento deve iniziare prima di tutto da noi, dal nostro atteggiamento.
Terza domenica d’Avvento, la Speranza si trasforma in una nuova emozione calda e avvolgente, si accende la candela della Gioia.
È detta anche candela dei Pastori, coloro che appunto con estrema letizia testimoniarono la venuta del Messia. È felicità nella sua forma più luminosa. 
La quarta e ultima domenica d’Avvento si conclude con la progressiva accensione di queste candele, immagine della battaglia del Sole contro le Tenebre, e con l’ultima candela, quella dell’Amore o degli angeli, possiamo celebrare la vittoria della Luce in tutto il suo splendore. 
La corona dell'Avvento è quindi un percorso luminoso, religioso ma anche laico, che ci guida fino a qui, fiamma dopo fiamma, perchè in fondo il Natale non è altro che la celebrazione dell'amore nella sua essenza più pura.




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