“It’s 10 pm. Do you know where your children are?”
Uno spot televisivo imperversa nelle televisioni americane, si infila nella programmazione tra le 22 e le 23, sempre puntuale, e una voce fuori campo, accompagnata da una scritta luminosa, chiede ai genitori d’America: “Sono le 22. Sapete dove sono i vostri figli?”
Uno spot che era nato negli anni ‘60 quando in diversi Stati era stato istituito un coprifuoco per i minorenni e che verrà trasmesso fino agli anni ‘90.
Marlys Newberry sapeva esattamente dove erano i suoi 4 figli.
Erano a casa, al sicuro.
Perché secondo tutti i suoi abitanti degli anni ‘80 la cittadina di Carl Junction, nel Missouri, era un luogo sicuro.
Vi si erano trasferiti da poco e a Marlys piaceva il clima rilassato di quella città, dove tutti i vicini si conoscono per nome e preparano dolci per le feste parrocchiali.
Se solo suo figlio Steve fosse riuscito a integrarsi di più…
Stephen Newberry non aveva molti amici.
Aveva cambiato tante scuole in pochi anni, con la famiglia si spostavano di continuo.
Era evitato da tutti per la sua scarsa igiene personale, schernito per la sua obesità.
Steve aveva anche diversi problemi di apprendimento, era stato bocciato due volte.
Il perfetto capro espiatorio per chi aveva frustrazione e rabbia da sfogare.
“Era facile approfittarsi di lui”, racconta mamma Marlys.
Steve era un ragazzo di 19 anni che cercava di rendersi simpatico ai compagni liceali sedicenni inventandosi delle storie incredibili, una volta aveva raccontato che sua mamma era tra i pasticcieri che avevano preparato le torte per il matrimonio di Carlo d’Inghilterra e Lady D.
Era un ragazzo solo alla disperata ricerca di amicizia.
E Jim Hardy notò subito questa sua fragilità: “Lo tenevo in pugno, perchè voleva essere come me.” racconterà più avanti.
Steve voleva essere popolare, come lo era Jim Hardy, da poco nominato presidente del corpo studentesco della Carl Junction Junior High School.
Jim era affascinante, carismatico, la sua famiglia era parte attiva nella vita della tranquilla cittadina di Car Junction.
I suoi genitori, James e Nancy, conducevano una vita normale, erano una famiglia abbastanza benestante.
5 figli, una bella casa immersa nella pineta, andavano tutti in chiesa ogni domenica.
Jim aveva servito come chierichetto e prendeva ottimi voti a scuola.
Ma compiuti gli 11 anni Jim cambiò.
Gli insegnanti dissero ai genitori che aveva bisogno di essere visto da uno specialista, qualcosa non andava in lui.
Episodi di violenza, bullismo contro i più fragili.
James e Nancy portarono il figlio da molti medici ma nessuno sapeva come aiutarlo, e così gli Hardy desistettero nel cercare risposte.
O forse le risposte dei dottori non piacquero ai genitori di Jim, che conclusero che il figlio avrebbe dovuto imparare a gestire da solo i suoi problemi come avevano fatto prima di lui centinaia di ragazzini.
Jim era solo un pò sperduto, è un preadolescente dopotutto, si sarebbe ritrovato.
Il ragazzo oltre a un mondo fatto di sbalzi d’umore e emozioni incomprensibili deve affrontare anche il divorzio dei suoi genitori.
Una brutta rottura fatta di urla, litigi e recriminazioni.
Il comportamento ostile di Jim trova quindi una ulteriore giustificazione.
E’ arrabbiato per il divorzio, gli passerà.
Da qui inizia invece la sua deriva.
Jim comincia ad abusare dei farmaci e ad assumere droghe.
Sfoga la sua rabbia su piccoli animali che tortura e uccide nel bosco che circonda la città.
Ha trovato un posto vicino a un’azienda farmaceutica ormai in disuso, lì c’è una vecchia cisterna, è un posto tranquillo, nessuno può vederlo o sentire gli animali strillare.
“Do you know where your children are?”
James Hardy padre sì, sa che Jim quando esce di casa va a comprare della droga da fumare.
Jim ha 13 anni quando suo padre lo affronta sul consumo di droghe, e in risposta il ragazzo distrugge la sua stanza con una mazza da baseball e poi picchia il genitore.
Ogni confronto con il padre diventa uno scontro in cui Jim aggredisce l’uomo e distrugge finestre e porte.
I genitori di Jim sanno dove va il figlio, più o meno, ma rimangono impassibili, è una fase, passerà.
Alle 22 comunque Jim è nella sua camera, ascolta quell’ orrenda musica metal ma almeno è in casa, non esce ed è al sicuro.
A un certo punto però gli Hardy sono costretti a trasferirlo in un’altra scuola, gli insegnanti non sanno più come gestire la situazione.
Jim viene trasferito alla Carl Junction Junior High School e incontra un ragazzo con cui fa subito amicizia, Ronald Clements.
I due non potrebbero avere backgrounds più diversi.
Ronald viene da una famiglia disfunzionale e assente, il padre è un tossicodipendente che viaggia di Stato in Stato, la mamma non è mai a casa, per far quadrare i conti lavora come cameriera dove trova.
Eppure i due ragazzi legano subito.
Entrambi fanno uso di droghe, condividono la passione per la musica heavy metal dei Megadeath e degli Slayers, e un particolare interesse per il satanismo.
Rubano libri in biblioteca, testi sull’occulto, insieme recitano dei rituali sperando di evocare un demone, si stordiscono ascoltando le loro canzoni preferite a volume altissimo.
Iniziano a cercare adepti tra i ragazzi più piccoli durante la ricreazione.
Gli insegnanti lo scoprono e Jim riceve una nota di demerito dalla scuola, che la mamma Nancy firma con nonchalance.
Non c’è nessuna conseguenza, nessun allarmismo.
E’ solo una fase, Jim è ancora in lutto per il divorzio, è tutta una ragazzata, normale ribellione.
C’è sempre qualcuno ad ascoltare, ma non è un vero interesse, è più assistere allo spettacolo di due clown, ma Jim e Ron credono invece che il loro proselitismo stia funzionando.
A 15 anni Ron comincia a pensare di essere posseduto regolarmente da un demone, “sentivo qualcosa dentro di me, nella mia testa, ma non capivo cosa dicesse”.
Anche Jim comincia a provare le stesse sensazioni, forse la devozione veniva ora ripagata con la possessione, che lo colpiva di notte, si svegliava incapace di muoversi e sentiva delle voci.
Una svolta essenziale per il duo fu la visione di “Arancia meccanica”, il celebre film di Stanley Kubrick.
La figura di Alex, interpretato da Malcolm McDowell, li affascina.
Violento, senza empatia, brutale, rispettato, è tutto ciò che aspirano a diventare.
Ron comincia a credere che ci sia un Alex dentro di lui, che inizia a suggerirgli di uccidere.
Un giorno la famiglia di Jim viene informata che il ragazzo verrà espulso.
Lui, come Ron del resto, è indisciplinato, violento, viene spesso sorpreso a fumare erba nel cortile della scuola.
C’è anche la questione del satanismo esibito a scuola, dei genitori hanno protestato.
Anche in questa occasione Nancy e James non intervengono, anzi minacciano la scuola di fare causa per inadempimento del diritto allo studio e Jim viene riammesso a scuola.
Non era insolito.
La mentalità vigente era minacciare cause legali o finanziare attività scolastiche per mitigare le pene dei figli.
Nessun intervento sui ragazzi, si agiva sulla scuola perché se li tenesse in classe e contenesse i danni in orario scolastico.
I genitori di Ron, che non avevano certo la disponibilità economica per minacciare ritorsioni legali o per regalare nuove attrezzature da football, promettono di portare il figlio in un centro di disintossicazione pubblico, assicurano che si sarebbe ripulito, però per favore fategli continuare a frequentare le lezioni.
La scuola per togliersi dall’impiccio accetta l’accordo.
“Do you know where your children are?”, sì, gli Hardy e i Clements lo sanno, fortunatamente rimarranno a scuola.
Al centro di salute mentale Ron dichiara subito di voler tornare sobrio e pulito, pertanto i responsabili ritengono che la sua buona volontà dimostri che non gli serva un vero percorso di disintossicazione, gli basta un consulente.
Verrà scelto Randy Grauens, un volontario con poca esperienza.
Ronald gli racconta dei suoi pensieri violenti, di sentire delle voci e anche di credere nella possessione diabolica.
Randy, che non era nemmeno uno psicologo abilitato, ritiene che quelle siano fantasie normali per un adolescente, anzi apprezza la sincerità di Ron su argomenti così difficili e non segnala nulla di anomalo.
Arrivata l’estate Ron viene mandato in Arizona con il padre, i genitori sperano che questo cambiamento lo aiuti a migliorare la situazione.
In quelle settimane la madre di Ron, Diana, ripulisce la sua stanza. Toglie i sacchi della spazzatura che il figlio aveva messo sulle finestre per non far entrare la luce, rimuove una testa di lupo di pezza che era appesa al soffitto, butta via disegni macabri. E trova un diario dove il figlio ha scritto nel dettaglio le sue fantasie sessuali e omicide.
Spaventata lo porta dal consulente del centro.
Randy la rassicura, sono solo fantasie di un adolescente normale.
E la ammonisce di stare lontana dalla stanza del figlio, è il suo rifugio segreto, ha diritto alla sua privacy.
Diana, rassicurata, rimette a posto il diario e compra al figlio delle cuffie, così lei non dovrà ascoltare quell’orribile musica che Ron e Jim ascoltano ossessivamente.
Sapete dove sono i vostri figli?, chiede la tv ogni sera.
Diana sa dove si trova suo figlio alle 22, è nella sua stanza, da solo, con le cuffie sulle orecchie.
Anche James e Nancy sono tranquilli, Jim è in camera sua.
E nel sicuro delle loro case i due amici iniziano a immaginare di rendere reali quei testi che parlano di sacrifici rituali.
I ragazzi a scuola si confrontano sulle loro fantasie, entrambi iniziano a provare una forte attrazione per la morte, vogliono vederla, annusarla, capire che effetto fa.
Questo interesse è condiviso anche da un altro compagno di scuola, Theron, detto Pete, Roland.
Pete è un atleta, era un bel ragazzo ammirato da molte compagne, ma nasconde un passato di abusi che gli avevano lasciato addosso una grande rabbia che non sa come sfogare se non con lo sport.
Con Jim, Pete sa che può parlare delle sue fantasie brutali.
Pete avvicina Jim nella mensa, dove il ragazzo è solito radunare attorno al suo tavolo altri compagni per istruirli sul satanismo e su come torturare gli animali.
Tutto questo sempre nella totale indifferenza di insegnanti e preside, che passano accanto ai tavoli, vedono, sentono qualcosa, ma non si fermano mai ad ascoltare davvero.
Il problema è dei genitori, che se lo risolvano da soli, dopotutto sono già stati informati della deriva dei figli.
Pete si unisce al gruppo di ascoltatori e in breve tempo inizia a disquisire con Jim sui modi migliori per dare fuoco a una persona o a come scuoiare un animale.
Nasce una nuova amicizia.
Penny, la mamma di Pete, non è entusiasta di queste nuove frequentazioni.
Il figlio la rassicura, le magliette con i simboli satanici sono solo una moda, la musica che ascolta non è poi così violenta, sono solo canzoni che gli permettono di integrarsi con i coetanei.
La bibbia di Satana trovata in camera sua?
Ma sì mamma dai, è di un amico, e infatti il giorno dopo Penny non la trova più e si convince che forse la sua reazione era esagerata.
Alla domanda della tv “Do you know where your children are?” Penny risponde che lei lo sa dov’è Pete, suo figlio è al sicuro, è un bravo ragazzo, un atleta ammirato con tante spasimanti, è lei ad essere stata precipitosa nel giudicare le sue nuove amicizie.
Sono solo ragazzini che sperimentano la ribellione, passerà, è una fase.
La famiglia di Jim Hardy poi va in chiesa, sono benestanti, non c’è da preoccuparsi.
Pete lega sempre di più con Jim, complice il fatto che Ron sia via per l’estate in Arizona col padre.
Il loro passatempo preferito nelle assolate giornate delle vacanze è torturare animali.
Rubano cani e gatti dei loro compagni di scuola, vanno nel bosco preferito di Jim, vicino alla cisterna, la “bocca dell’inferno” come l’ha battezzata il ragazzo, e li seviziano a morte.
A volte anche più di uno al giorno, si ingegnano per capire per quanto tempo possono sopravvivere alle torture.
Poi abbandonano le carcasse nel bosco.
Nessuno segnalerà mai il ritrovamento di questi cadaveri, qualche cittadino li trova mentre passeggia nel bosco, ma scansa i corpicini dilaniati.
Sarà stato un altro animale, più feroce.
Secondo Jim queste torture erano solo un passatempo, per Pete sono invece altro.
Per lui erano un rituale satanico, è una catarsi, spesso il ragazzo torna a venerare le carcasse in decomposizione per ottenere dei poteri soprannaturali dal demonio.
Grazie al loro atteggiamento spavaldo e ribelle i ragazzi iniziano a diventare molto popolari, grazie anche alla presenza di Pete, se un atleta frequenta Jim Hardy allora forse quest’ultimo è figo come lui.
Ron torna dall’Arizona e conosce Pete, il ragazzo gli piace, il duo diventa un trio.
Un giorno Jim viene candidato, forse per scherzo o forse per sincera simpatia, a diventare rappresentante degli studenti.
E impazzisce dalla gioia.
Lo alletta poter diventare un leader, parliamo di un migliaio di studenti da poter, secondo lui, guidare e controllare.
Sua madre Nancy è altrettanto felice: Jim sta migliorando, i suoi voti si sono alzati, tra poco andrà al college e anche l’uso delle droghe è diventato più sporadico.
Inoltre forse lei e James vanno più d’accordo.
Preside e insegnanti invece non sono entusiasti di Jim, il ragazzo è migliorato ma rimane problematico.
Ma se è ciò che vogliono gli studenti allora sia, che lo eleggano.
E infatti Jim diventa presidente del consiglio studentesco.
Spesso i suoi compagni lo sentono parlare di un compito importante che ora lo attende, ovvero realizzare un sacrificio umano.
Adesso è il suo ruolo di leader a imporlo.
Jim ne parla tranquillamente anche davanti a Penny, la mamma di Pete, che lo rimprovera, “Non siete così cattivi ragazzi.”, e la cosa finisce lì.
La stessa risposta il gruppetto la riceve dagli insegnanti, “basta sciocchezze, non siete così cattivi, tornate in classe.”
Ormai Jim, Ron e Pete non si fanno problemi a raccontare ciò che fanno, parlano delle torture agli animali, delle voci che sentono nelle loro teste, dei rituali.
La risposta è sempre “non siete davvero così cattivi.”
Anche Stephen Newberry non pensava che Jim e gli altri fossero dei cattivi ragazzi, anzi, lui li ammira.
Vuole essere come loro, amato e rispettato, non vuole essere più preso di mira dai bulli.
Un giorno approccia Jim durante la mensa mentre sta parlando dei rituali satanici, gli dice che anche lui ascolta l’heavy metal.
Jim lo guarda e capisce subito di aver trovato il perfetto pollo da spennare.
Steve è obeso, non si lava, non ha amici, bersaglio delle cattiverie dei bulli, è un sempliciotto alla disperata ricerca di un senso di appartenenza e di protezione.
Così Jim lo accoglie e inizia a sfruttarlo.
Steve nella speranza di diventare davvero parte del gruppo di amici di Jim gli procura di tutto.
Cindy, la sorella di Stephen, ricorda che Jim andava a prendere il fratello al lavoro quando era giorno di paga e insieme andavano da uno spacciatore.
Jim usava lo stipendio di Newberry per pagarsi la droga, con ciò che rimaneva pagava da mangiare al gruppetto di approfittatori.
Marjuana, cocaina, barbiturici, anfetamine, Steve comprava di tutto e assumeva di tutto.
E poi c’era la musica heavy metal, il collante iniziale di quella squilibrata amicizia.
Marlys Newberry ricorda che il figlio ascoltava per ore quella musica che lei definiva spazzatura.
Quando gli chiedeva di spegnere lo stereo Stephen scappava di casa.
In tutto questo Jim, Pete e Ron continuano a maturare desideri violenti e un giorno si mettono a discutere seriamente della possibilità di uccidere qualcuno.
Un rituale necessario, inevitabile.
L’idea nasce dopo aver ucciso un cagnolino nel bosco.
Avevano trovato una vecchia asciugatrice abbandonata, l’avevano riempita di marjuana e vernice, e ci avevano rinchiuso dentro il cane.
E poi avevano dato fuoco all’elettrodomestico.
“Il cane urlava, sembrava il grido di un essere umano. Lì abbiamo capito.” racconterà Jim.
Più ne parlano e più è chiaro che la prossima volta devono uccidere un essere umano.
La vittima prescelta è proprio Steve.
I tre decisero che la notte di Halloween avrebbero agito, meglio non aspettare.
E poi quale notte migliore poteva esserci per un sacrificio?
Ma Stephen nutriva dei sospetti sul gruppetto.
Aveva sbirciato sul quaderno di matematica di un altro ragazzo, Lance Owens, su quelle pagine i suoi amici avevano fatto dei disegni, un uomo mutilato e ucciso.
Quell’uomo, pensò Steve, gli somigliava molto.
E indossava la sua stessa maglietta grigia della Nike.
Steve si confidò con la madre che cercò di fargli aprire nuovamente gli occhi, quei tre non erano davvero dei bravi ragazzi.
Jim era una cattiva influenza, ascoltava quella musica heavy metal che lei odiava, e si diceva che il gruppetto fosse interessato al satanismo.
Ma Steve, forse per non dare ragione alla madre e per non perdere gli unici amici che aveva, disse che in fondo Jim era suo amico, non c’era nulla da temere, aveva esagerato.
Inoltre Lance gli aveva detto che quel disegno non esisteva neanche, che Steve forse aveva visto male, di sfuggita.
Tutto risolto, e potevano insieme organizzarsi per festeggiare Halloween insieme.
Sapete dove sono i vostri figli?
Festeggeranno Halloween, insistente tubo catodico, come tutti i ragazzi d’America.
Lo sappiamo dove andranno, di casa in casa a cercare dolciumi.
Quando Jim dice ai genitori che avrebbe fatto trick or treat con gli amici nessuno ha qualcosa da obiettare, anche se il gruppetto prega i genitori di non costringerli a portare in giro i fratellini più piccoli, stavolta no, sennò non ci divertiamo.
I genitori dei ragazzi, sospirando, accettano.
Ma Marlys Newberry non era una sciocca.
La mattina del 31 ottobre svegliò i suoi quattro figli e disse loro che avrebbero passato il weekend in Arkansas con i nonni.
Il piano omicida di Jim e gli altri doveva attendere.
Ci provarono di nuovo a novembre, invitarono Steve a fumare dell’erba con loro, ma il ragazzo non si presentò all’incontro.
Forse aveva ancora dei sospetti sulle intenzioni del trio, ma continua a uscire con loro in altre occasioni.
Durante le vacanze per il Ringraziamento Jim disse a Steve che avevano visto dei cani randagi e che stavano pensando di catturarli e ammazzarli.
Non era cosa segreta che Jim e i suoi amici torturassero animali e Steve non era mai stato incluso in queste macabre attività, così accettò l’invito.
Jim più avanti racconterà che “Steve lo aveva capito che volevamo ucciderlo, però era come se non volesse ammetterlo a se stesso. Forse voleva vedere se era un test…Era bravo a scrivere, scrisse delle storie su noi che lo uccidevamo e su di lui che uccideva qualcuno.”
Il 29 novembre Pete e Lance Owens, ormai anche lui sporadicamente coinvolto nelle uscite del trio, vanno a prendere a casa Steve.
Nel bagagliaio avevano messo quattro mazze da baseball.
“Steve lo aveva di certo capito. Eravamo in cinque e c’erano solo 4 mazze. Io gli dissi che lui era quello che doveva portare le palle perchè noi ne avevamo più, glielo dissi per distrarlo, e lui lo le portò, ma secondo me aveva capito. Voleva vedere se lo avremmo fatto.” ricorda Jim.
Ma neanche quel giorno i ragazzi riuscirono a uccidere Steve.
Raggiunsero il bosco e andarono alla cisterna abbandonata e rimasero lì fino a sera con la scusa di aspettare i cani randagi, ma nessuno ebbe il coraggio di assestare il primo colpo contro Steve.
Tornati a casa quest’ultimo raccontò al fratello minore di cosa era successo, ne scrisse anche un racconto macabro di lui che troneggiava vincente sulla cisterna.
Quel mercoledì Lance e Pete fecero irruzione in una casa e la vandalizzarono, scrivendo il numero 666 sul muro e disegnando facce diaboliche sulle pareti.
Il trio intanto programmò un nuovo tentativo per la domenica successiva.
Il 6 dicembre 1987 Jim chiamò Steve e gli disse che Pete aveva catturato un gatto che aveva trovato nel suo giardino, “lo ha mandato Satana per noi”, avevano intenzione di ucciderlo in un rituale sacro e gli chiese se volesse unirsi al gruppo
Steve accettò.
Jim va a prendere Steve entra in casa, Marlys lo osserva e gli sembra più strano del solito, il ragazzo non la guarda negli occhi, è nervoso.
La donna inizialmente nega al figlio il permesso di uscire, ne scaturisce una litigata furiosa, e Marlys rassegnata si arrende: “Hai 19 anni, puoi decidere da solo.”
Sapete dove sono i vostri figli?
Marlys lo sapeva, era con gli amici, quelli che a lei non piacciono. Ma lui è felice perché finalmente non è più un emarginato.
Ed è giorno, cosa può succedergli prima delle 22, quando il sole è alto nel cielo?
I due raggiungono Pete che ha con sé il gatto chiuso dentro a un sacco.
Insieme vanno alla vecchia cisterna e lì ad aspettarli c’è Ron.
Appendono il sacco a un albero e a turno iniziano a colpirlo con le mazze, fino a che non il gatto non muore.
Dopo aver staccato il sacco dall’albero Steve, emozionato, chiede come avrebbero passato il tempo in attesa di tornare a casa.
A quel punto inizia il massacro.
Jim agì per primo, afferrò saldamente la mazza e colpì Steve in faccia.
Il ragazzo, incredulo e spaventato, tentò di scappare, ma inciampò e cadde a terra.
Jim, Pete, Ronald, gli furono tutti addosso, colpendolo a turno, mentre Steve chiedeva “Perchè? Perchè io?”
"Perché è divertente, Steve.” gli rispose ridendo Ron.
Pete racconterà: “Credo di averlo colpito almeno 70 volte, gli ho distrutto il cranio, la mia mazza si è spaccata. Per continuare ho dovuto prendere quella che aveva portato Steve.”
Il pestaggio durò almeno 20 minuti.
Mentre Steve agonizzava Jim troneggiava su di lui, “Un sacrificio per Satana.”, gli sussurra.
Il gruppetto trascinò la vittima fino alla cisterna, Steve cercò di aggrapparsi al terreno e allora Ron gli diede un calcio in faccia.
Gli legarono mani e piedi, gli infilarono dei sassi nei vestiti e buttarono Steve nella cisterna.
In macchina Ron disse a Jim: “Sai non l’ho fatto per Satana, l’ho fatto per piacere personale.”
I ragazzi tornarono a casa e andarono a dormire come se nulla fosse accaduto.
La mattina dopo Marlys si sveglia, non trova Steve a casa ma pensa che forse è rientrato tardi e uscito presto.
Quando il figlio non rientra dopo le lezioni Marlys si preoccupa, telefona alla scuola, la segreteria le comunica che Steve non si è mai presentato alle lezioni.
La donna chiama allora lo sceriffo per denunciare la scomparsa di Steve.
Cindy tornata a casa racconta alla mamma di aver incontrato Jim a scuola, di avergli chiesto se il fratello fosse in classe con lui.
Di fronte alla ragazza Jim si era finto stupito nell’apprendere che Steve non fosse tornato a casa la sera prima, lui e gli altri lo avevano lasciato davanti a un negozio.
Marlys dopo aver parlato con Cindy chiama nuovamente lo sceriffo per informarlo, quei ragazzi avevano fatto qualcosa di losco.
La donna non aspettò indagini e confessioni.
No, lei non sa dove sia suo figlio ma sente che il suo ragazzo non c’è più, non sarebbe più tornato a casa.
Telefona a parenti e amici dicendo che suo figlio era certamente morto, glielo avevano ucciso.
I tre assassini si erano creati una storia e un alibi abbastanza solidi, bastava garantire gli uni per la versione degli altri.
Ma l’eccitazione era troppa, non ce la fanno a non vantarsi.
Pete racconta tutto a Lance Owens quando va a prenderlo a casa per portarlo a scuola: “Lo abbiamo fatto!”.
Gli chiede anche se adesso vuole dividere con lui l’armadietto, prima Lance lo usava insieme a Stephen.
Christine, un’altra sorella di Steve, mentre percorre i corridoi dell’istituto sente Jim e Pete scherzare sull’aver “pugnalato un grassone”.
Il trio dopo le lezioni torna sul luogo del delitto per ripulire tutto, spargono cloro sul terreno e gettano nella cisterna la giacca di Steve che lui aveva dimenticato in macchina.
Nei giorni successivi vengono interrogati dalla polizia, erano gli amici di Stephen, erano con lui il giorno in cui è scomparso.
Jim chiede subito un avvocato e fa notare che sua madre è la segretaria di un senatore.
Pete non si presenta in centrale.
Ron invece ci va con sua madre, la donna gli chiede di dire la verità, solo questo.
Forse lei sa, ha capito.
Spera in una redenzione del figlio.
Il ragazzo chiede alla donna di uscire e solo allora confessa tutto.
La polizia va ad arrestare Pete a casa, e Jim, che inizialmente aveva pensato di fuggire, si consegna poche ore dopo.
Anche Lance Owens parla con la polizia, in cambio dell’immunità su alcuni reati come il vandalismo e la tortura sugli animali racconta delle fantasie e del piano per uccidere Steve, parla dei disegni macabri, racconta che Ron gli ha rivelato di aver ucciso il compagno.
Il caso si chiude velocemente, i tre ragazzi sono colpevoli dell’omicidio di Stephen Newberry.
“Non so perchè lo abbiamo fatto.” ha detto Jim “Steve non era diverso dagli animali che avevamo ucciso.”
A Carl Junction a quel punto si scatenò il panico.
Un panico satanico, l'isteria collettiva che già aveva colpito gli Stati Uniti in quegli anni ‘80.
Iniziarono a girare delle voci che il gruppetto di satanisti fosse composto da più persone, qualcuno per scherzo iniziò a scrivere bigliettini e a metterli negli armadietti: “Sei il prossimo”.
Jim però sostenne che no, erano stati solo loro 3 a uccidere Steve, ma sicuramente c’erano tanti altri compagni interessati al satanismo nella sua scuola.
La mamma di Pete cerca di giustificare il figlio, deve trovare una motivazione a tanta crudeltà.
Incolpa l’heavy metal, i film horror, le droghe.
Suo figlio era sano prima di conoscere Ron e Jim, sono state queste cose a deviarlo.
La comunità concorda, quei ragazzi sono stati traviati da qualcosa che nessun genitore poteva prevedere.
Dalla biblioteca venne rimosso qualsiasi libro che potesse fare riferimento alla magia, al paganesimo, perfino il Macbeth di Shakespeare venne bandito dato che tra i personaggi c’erano delle streghe.
Giochi di ruolo come Dungeons & Dragons vennero vietati negli edifici scolastici, i genitori vengono avvisati di vigilare su certe attività ludiche sospette.
Se avete visto la serie tv Stranger Things sapete già di che si tratta, a grandi linee.
Nella quarta stagione della serie americana viene ricordato il sospetto con cui in molti guardavano il gioco di ruolo, considerato un apripista per le attività sataniste.
Un gioco che porterebbe i giovani a votare la loro anima al diavolo e poi li istigherebbe al suicidio rituale.
Tutto era nato da un altro fatto di cronaca.
Nel 1982 Irving Pulling, un adolescente della Virginia, si era suicidato sparandosi al petto.
La madre, Patricia, sapeva che il figlio da tempo aveva iniziato a giocare a D&D insieme a degli amici ed era rimasta sconvolta dalla violenza delle missioni che venivano affidate al gruppo di giocatori.
Demoni, mostri, sortilegi.
Patricia fa inizialmente causa alla scuola, luogo dove veniva permesso ai ragazzi di giocare a D&D, poi allarga l’azione penale sulla TSR.Inc, l’azienda che produceva il gioco.
Quando le cause penali vengono chiuse senza successo la donna a quel punto fonda la B.A.D.D. (Bothered About Dungeons and Dragons), un’associazione di genitori e insegnanti preoccupati per la pericolosità del gioco Dungeons & Dragons, e inizia a diffondere del materiale informativo contro D&D e giochi simili, sostenendo che sono un’istigazione alla violenza, al suicidio, alla stregoneria e al satanismo, oltre a condurre i giovani sulla strada della perversione sessuale, l’omosessualità e la prostituzione.
Nel corso degli anni ‘80 e ‘90 sulla tv americana si susseguirono programmi e talk show dedicati al pericolo satanista, ricordate le interviste a Michelle Smith e Lauren Stratford, le due donne che avevano raccontato di essere state vittime di una setta satanica per tutta la loro infanzia.
E poi i telegiornali e le riviste parlavano di processi importanti e sconvolgenti come il caso McMartin, o il Little Rascals Day Care Center di Edenton e la Faith Chapel Church di San Diego, dove gli insegnanti venivano arrestati con l’accusa di stupro rituale di stampo satanico ai danni di tanti bambini.
Tutte vicende, di cui ho parlato nei precedenti articoli, che si sono rivelate false.
Nessun abuso in quelle scuole, Michelle e Lauren avevano mentito sulla loro infanzia.
Solo che si scoprirà diversi anni dopo, nel frattempo la paura si fa strada nelle case americane grazie ai programmi televisivi dedicati al tema, in particolare gli episodi speciali di Oprah e del Geraldo Rivera show.
Rivera dedicherà una puntata del suo programma proprio ai tre assassini di Carl Junction, e intervisterà i protagonisti della vicenda, insistendo che la colpa di tutto è da ricercare nel satanismo.
Il conduttore invita l’ex sceriffo Tom Wedge, autore di un libro uscito proprio nel 1987, "The Satan Hunter".
Wedge dichiara di essere un esperto di satanismo e dei crimini ad esso collegati.
In collegamento dalla prigione c’è Sean Sellers, colpevole di tre omicidi di stampo satanista.
Da qui è un attimo arrivare a parlare dell’omicidio di Newberry.
Geraldo Rivera si era recato a Carl Junction, aveva parlato con i cittadini preoccupati, e riuscì ad ottenere anche un’intervista con Pete Roland, potè mostrare in tv riprese registrate dalla polizia della città.
Chiede a Pete perché si rivolgesse a Satana per ottenere soldi e popolarità, è un bel ragazzo, atletico, non ne aveva bisogno.
Pete risponde che con Satana tutto sembrava più facile e immediato.
Pete per primo incolpa la musica heavy metal, “dopo che l’hai ascoltata per tre ore è logico che vuoi torturare animali, uccidere.” dice.
Rivera parla con sua madre Penny che conferma, quelle canzoni lo hanno deviato.
Ormai il panico satanico ha iniziato a diffondersi, e dilaga a Carl Junction come in ogni cittadina americana.
Sapete dove sono i vostri figli?
Forse stavano giocando a D&D, o forse ascoltavano la musica heavy metal con i suoi macabri messaggi subliminali.
Ecco, quella orrenda musica che ascoltavano tutti i criminali del caso Newberry, lo hanno detto in tv, al Gerardo Rivera show.
L’omicidio di Stephen riaccende la polemica sulla pericolosità della musica rock e heavy metal.
I suoi assassini ascoltavano i Megadeth, gli Slayers, e altri gruppi ancora, tutti hanno in comune i testi violenti, il ritmo assordante e frastornante.
Testi che invitano ad adorare il diavolo.
Le chiese cristiane, a partire dalle congregazioni protestanti statunitensi, hanno contribuito a creare il mito di una musica ispirata e dedicata al demonio.
Una diabolica devozione lampante, inequivocabile, mai celata e ostentata.
Già nel 1956 il predicatore pentecostale statunitense Albert Carter aveva attaccato il mondo musicale affermando che "il rock'n'roll ha un effetto malsano sui giovani, li trasforma in adoratori di Satana. Perché stimola in loro l'espressione di istinto animali attraverso l'attività sessuale e li istiga al rifiuto dell'ordine e della legge."
I primi a parlare pubblicamente del contenuto satanico nascosti nelle canzoni rock furono tre reverendi protestanti, tre fratelli, Steve, Dan e Jim Peters, che nel 1973 avevano fondato lo Zion Christian center del Minnesota.
Il trio ha trascorso gli anni ‘80 a viaggiare in tutti gli Stati Uniti per predicare contro la musica rock e metal.
Nel 1981 debutta in televisione un canale destinato a diventare storia: MTV.
Per i Peters è la dimostrazione che il male sta dilagando, quei video ammiccanti, i testi provocatori, la ribellione.
“Viviamo in una nuova Gomorra, dobbiamo proteggere i più giovani…Negli Atti degli apostoli si dice che per essere cristiani ci si deve allontanare dall’astrologia, dai maghi, non è diverso con la musica rock.” spiega Steve, che con i fratelli è tutt’ora in attività “Nella Bibbia si parla di bruciare i libri dei maghi.”
Per questo durante le loro predicazioni erano soliti bruciare dischi di gruppi rock quali Led Zeppelin, i Kiss, e perfino Linda Ronstadt rea di essersi dichiarata atea.
Iniziano anche a vendere dei gadget, attività che gli frutta centinaia di migliaia di dollari l’anno.
Secondo i Peters in molte canzoni si nascondono dei versi che se ascoltati al contrario rivelerebbero delle preghiere diaboliche, furono tra i primi a ipotizzare l’esistenza dei messaggi subliminali nelle canzoni rock.
Esisterebbero delle sottotracce, registrate a volume bassissimo percepibili solo a livello inconscio, delle brevi frasi in grado di influenzare l'ascoltatore senza che questo se ne accorga.
Uno dei loro bersagli è un loro connazionale del Minnesota, Prince, che avrebbe inserito un messaggio subliminale nella canzone Darling Nikki,
“””Hello, how are you? I'm fine, 'cause I know that the Lord is coming soon. Coming, coming soon.”
“Prince ha anche dedicato degli album a Dio, non è assurdo che scriva queste canzoni?” si chiedono i Peters “Speriamo si dedichi alle Scritture, che le legga davvero.”
Tutta la scena musicale rock, metal e punk viene passata al vaglio.
La loro musica è diabolica, va estirpata.
E i roghi continuano.
Alla loro crociata, sebbene con motivazioni diverse, si uniscono due donne molto influenti: Tipper (Mary Elizabeth all’anagrafe) Gore, moglie del futuro vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, e Susan Baker, consorte dell’allora segretario del tesoro James A. Baker.
Le due signore non sono mosse dalla paura del demonio, il loro intento è difendere le giovani generazioni di americani da testi sessualmente espliciti e violenti.
Susan un giorno ascolta Like a Virgin di Madonna e ne rimane disgustata, “La canzone parla di come si tocca una vergine, cosa vorrebbe dire? E’ un testo inappropriato non solo per i ragazzi.”
Tipper nel frattempo prova lo stesso disgusto verso la canzone che abbiamo già citato, Darlin Nikki di Prince, dove si racconta la storia di una ragazza molto disinibita, definita ninfomane, che si masturba guardando le riviste. Per Tipper questo linguaggio è inaccettabile e si unisce a Susan nella guerra alla musica da loro definita blasfema.
Le strade dei Peters e di Baker&Gore si intrecciano su un’idea comune.
Nel 1983 ad un incontro di fedelissimi Dan Peters racconta di aver parlato a lungo con Gene Simmons, il bassista dei Kiss, sul problema della discografia diabolica e violenta, e gli fa notare che forse si dovrebbe mettere un avviso sulle copertine dei dischi, per avvisare il pubblico che certi contenuti non sono adatti ai minori.
Simmons avrebbe risposto che era un’idea fighissima.
Non è dato sapere se questo aneddoto sia vero o no, i Peters sono noti per ingigantire i fatti.
Ma Tipper Gore e Susanna Baker apprezzano l’idea, è necessario che sugli album venga segnalato l’uso di linguaggio esplicito, violento, inappropriato.
Mentre discutono su come muoversi un fatto di cronaca colpisce, all’improvviso, l’opinione pubblica.
Nel 1984 John McCollum un ragazzo di 19 anni di New York si toglie la vita sparandosi in testa con una calibro 22.
Secondo alcune indiscrezioni John stava ascoltando Suicide Solution dei Black Sabbath mentre imbracciava l’arma, da giorni ascoltava quel brano in modo ossessivo.
I genitori del giovane suicida fecero causa al gruppo e al suo leader Ozzy Osbourne e a due case discografiche per aver istigato con la sua musica il gesto del figlio.
Il brano Suicide solution contiene un verso che recita "Spara! Prendi la pistola e prova! Spara!".
Lo stesso Osbourne ha negato che nella canzone fossero stati inseriti messaggi con l'intento di ispirare a qualcuno di farsi o fare del male.
Nonostante le smentite gli animi non si placano.
Il caso dona nuova linfa alla battaglia di Tipper Gore e dei Peters.
Nel 1985 insieme a Sally News e Pam Howar, anche loro mogli di politici influenti, Tipper e Susan Baker danno vita al Parents Music Resource Center, un’associazione che ha il compito di valutare ogni traccia musicale per stabilire se i suoi contenuti siano appropriati da un punto di vista educativo e morale.
L’associazione stila la famosa “filthy fifteen”, una lista di 15 brani a cui si dovrebbe applicare un avviso, quello che poi diventerà il celebre adesivo “parental advisory”, per avvisare appunto il pubblico della presenza di contenuti inappropriati.
Lascio a voi il piacere di andare a scoprire (basta andare su google) chi sono i 15 fortunelli.
La PMRC stipula dei contratti con molte case discografiche affinchè venga affisso questo avviso per i consumatori.
Nello stesso anno iniziano ad arrivare direttamente al Senato delle proposte per creare una legge ad hoc, sostenuta dallo stesso Al Gore del partito democratico, in accordo con altri esponenti del partito repubblicano.
Tra i maggiori contestatori di questa legge ci fu Frank Zappa, “è banale censura”, dichiara il cantante in un incontro con i senatori, “...il PMRC si propone di eliminare la forfora tramite la decapitazione! Nessuno obbliga la signora Gore o la signora Baker a portarsi a casa i dischi di Prince o di Sheena Easton. Grazie alla Costituzione sono libere di scegliere altri generi musicali per i loro figli.”
Dee Snider dei Twisted Sister dichiara: “Tipper Gore ha voluto leggere riferimenti allo stupro nella nostra canzone (Under the blade, nda), riferimenti al sadomasochismo…e li ha trovati perchè voleva trovarli. Ma non ce ne sono!”
La canzone in realtà, dice Snider, parla di un intervento chirurgico e non di pratiche bondage.
Snider criticò Tipper Gore perchè diffondeva notizie infondate sulla band, accusandola di essere un gruppo sessista, cosa che Snider negò.
Il cantante aggiunse: “c'è un punto dove sono d'accordo con la PMRC, e come me probabilmente molti genitori, ed è che il mio compito di padre è quello di sorvegliare su cosa i miei figli guardano, ascoltano e leggono nella loro preadolescenza. Ma questa è una responsabilità che ricade unicamente sulle spalle mie e di mia moglie.”
Il primo novembre del 1985 la RIAA, l’Associazione Industriale Discografica d'America, decise per l’applicazione di quello che verrà chiamato Tipper sticker (L’adesivo di Tipper), ovvero l’avviso con la scritta “parental advisory”, con la precisazione che avrebbero deciso loro su quali opere musicali utilizzarlo e che l’avviso sarebbe stato generico, non avrebbe rivelato il contenuto dei testi.
Questa scelta fu molto criticata, molti negozi rifiutarono di vedere le copie etichettate, ritenendo questa operazione una forma di becera censura.
La PMCR però fece valere la sua influenza e riuscì a ottenere voce in capitolo, tra i primi dischi a ricevere l’infame etichetta ci fu Jazz from hell di Frank Zappa.
Molti artisti reagirono negativamente a questo provvedimento.
Emblematica fu la scelta dei Metallica, che sulla copertina dell’album Master of puppets incollarono un adesivo parodia del Tipper sticker che recitava "THE ONLY TRACK YOU PROBABLY WON'T WANT TO PLAY IS "DAMAGE, INC."
DUE TO MULTIPLE USE OF THE INFAMOUS "F" WORD.
OTHERWISE, THERE AREN'T ANY "SHITS," "FUCKS," "PISSES," "CUNTS," "MOTHERFUCKERS" OR "COCKSUCKERS" ANYWHERE ON THIS RECORD."
Nonostante le proteste e le parodie nel 1990 l’affissione dell’adesivo “parental advisory” diventerà obbligatorio.
Susan Baker canta vittoria: “Certo i miei figli non erano molto contenti all’inizio.” racconta “Ma ora tante famiglie mi ringraziano perché la nostra battaglia ha permesso loro di capire cosa è meglio non far ascoltare ai ragazzi.”
Di questo ovviamente i ministri Peters sono entusiasti, in questi anni hanno infatti continuato la loro battaglia ai contenuti diabolici, espliciti o subliminali che fossero.
I consensi per loro aumentano, fino agli anni ‘90.
Piano piano per i fratelli Peters arriva il tempo di ritirarsi, o comunque di ridurre gli impegni.
Due di loro hanno moglie e figli, non vogliono passare troppo tempo lontano dalla famiglia.
Inoltre la musica evolve.
Negli anni ‘90 i gruppi musicali da bandire diventano troppi, “i ragazzi non ti ascoltano, un giorno è popolare quella band, e una settimana dopo lo è un’altra, cambiano gusti troppo velocemente", spiega Steve.
I Peters cambiano target, pur continuando a mettere in guardia dalla musica rock hanno iniziato a prendersela con la letteratura, Harry Potter e His dark materials sono tra i bersagli più gettonati.
Da una parte i Peters con i roghi di dischi, dall’altra molte congregazioni protestanti decidono invece di reprimere di fornire un’alternativa alla musica blasfema.
Nasce quel movimento che ora è famoso col nome di Christian rock e White metal.
Durante questi concerti i cantanti erano soliti lanciare bibbie dal palco, pronunciando sermoni e inserendo messaggi cristiani nei testi.
Ma questa linea morbida non combatte il nemico reale, sostengono in molti.
La musica rock, metal e punk va debellata.
L'arcivescovo di New York John Joseph O'Connor così tuona nel 1990: "C'è il diavolo nella musica rock e l'heavy metal è il suo cattivo profeta. Queste canzoni sono una trappola per i giovani, una pornografia sonora, un'istigazione al suicidio".
Jean Paul Regimbal, sacerdote cattolico canadese, ha pubblicato diversi libri dedicati ai messaggi subliminali contenuti nella musica rock e alla pericolosità della stessa in quanto inciterebbe alla violenza, all'omicidio e alla conversione al satanismo.
Regimbal racconta di aver parlato con numerose persone che hanno abbandonato la religione satanica per il cristianesimo, e che queste si sono potute liberare completamente dall'influenza del maligno solo distruggendo tutta la discografia rock in loro possesso.
Anche alcuni teologi italiani partecipano al dibattito sull’argomento.
Nel 1992 viene pubblicato il "Trattato di demonologia" dello storico ed archivista Paolo Calliari, il quale scrive: "La pericolosita' della musica rock si riscontra tanto nel ritmo quanto, e in misura maggiore, nell'indirizzo apertamente antieducativo, antiumano, anticristiano e, in definitiva, satanico, che le hanno impresso nel giro di pochi anni i suoi principali organizzatori ed autori''.
Calliari ne ha per tutti, nel suo libro etichetta come sataniche le più famose band rock della storia.
Scrive il teologo: "... l'hard rock, caratterizzato da erotismo, sesso, perversione e rivolta, o all'acid rock condotto dai gruppi dei Beatles, Rolling Stones e The Who, caratterizzato dall'uso della droga e da tutti gli effetti allucinanti che ne seguono, pensiamo al satanic rock proprio di quei gruppi come Rolling Stones, Black sabbath e led Zeppelin caratterizzato dai messaggi subliminali e dalla volontà di trasmettere il vangelo di Satana."
Eh sì, perfino i Beatles, quei bravi ragazzi di Liverpool dalle facce pulite, sono stati etichettati come musicisti dediti alle droghe e all'adorazione del diavolo assieme a band che sono state e ancora sono decisamente più controverse, se non altro per il look e per le tematiche delle canzoni.
Sarà soprattutto una frase di Lennon, detta nel 1966 durante un'intervista per l'Evening Standard, a creare qualche problema alla band di Liverpool.
"La cristianità è destinata a scomparire, ho ragione e il tempo mi sarà testimone. Attualmente siamo più popolari di Gesù."
Una frase che è rimasta nella storia e che appunto scatenò diverse controversie più che altro oltreoceano.
Le radio americane boicottarono le canzoni dei fab four e addirittura invitarono la gente a distruggere i loro dischi.
Il pastore Battista T Babbs minacciò di scomunicare ogni parrocchiano che avesse partecipato a un loro concerto. Addirittura il Ku Klux Klan inviò minacce di morte contro i quattro musicisti definendoli atei dai capelli a caschetto.
Look audaci e provocatori, ritmi scatenati che fanno venir voglia di ballare perdendo il controllo oppure melodie cupe e dalle percussioni profonde, testi controversi.
Se ci si ferma all'apparenza è questo l'identikit del musicista in odore di zolfo.
Il celebre esorcista Gabriele Amorth descrive addirittura quattro principi su cui si baserebbero i dischi consacrati a Satana.
Prima di tutto il ritmo, il beat, che richiama un rapporto sessuale frenetico; e poi l'intensità del suono, che raggiungendo i 7 decibels scatenarebbe sentimenti di depressione e ribellione; il terzo principio è la presenza di messaggi subliminali all'interno delle canzoni, versi occulti che istigherebbero i giovani ad avvicinarsi al satanismo; infine il quarto elemento risiede nella consacrazione vera e propria del disco durante una messa nera.
Scrive Amorth nel suo libro "Nuovo racconti di un esorcista": "...vi sarete accorti che i temi generali sono sempre gli stessi: ribellione contro i genitori, contro la società, contro tutto quello che esiste, la liberazione di tutti gli istinti sessuali, la possibilità di creare uno stato anarchico, per far trionfare il regno di Satana."
Un'altra band accusata di usare il sotterfugio dei messaggi subliminali è quella dei Led Zeppelin.
La struggente e celebre Starway to Heaven celerebbe tra le sue strofe invocazioni a Satana.
Mentre Robert Plant canta, traduco, "Il mio spirito piange per vivere" si può udire un flebile "devo vivere per Satana".
Più avanti nella canzone ci sarebbe un verso che se ascoltato al contrario recita "Ecco il mio dolce Satana, la cui via non mi renderà mai triste."
Sempre i Led Zeppelin avrebbero nascosto una preghiera satanista nella canzone Over the Hills and far away.
"Sì Satana è veramente il signore, noi resisteremo per lui", pare si ora ascoltando il testo al contrario.
Un altro esempio è un brano del gruppo australiano degli AC/DC, Dirty deeds done dirt cheap, in cui "amore al primo sguardo" diventerebbe al contrario "noi serviamo il diavolo".
Non si salvano neanche i Queen e la celebre A kind of magic, il cui testo già fa allusioni ambigue sulla luce, sulle visioni di dolci unioni e sulla vera religione, su celebrazioni che durano una notte intera. Secondo alcuni ascoltando la voce di Freddie Mercury al contrario si può udire "O mio dolce Satana, ho visto il tuo sabba".
Freddie Mercury ha commentato queste accuse, dicendo che "nei nostri testi non ci sono filosofie, sottintesi e significati occulti, è tutto esplicito, tutto chiaro. I nostri brani sono puro passatempo, non voglio cambiare il mondo con la mia musica."
Anche il produttore dei Led Zeppelin decise di mettere in chiaro in un'intervista che cercare significati satanici in Starway to Heaven era una vera e propria assurdità.
Ma esistono davvero questi versi occulti?
Su YouTube si trovano numerosi video che confermano e altrettanti che smentiscono l'esistenza di questi messaggi occulti.
Per molti studiosi della musica e della psicologia in realtà si tratta principalmente di suggestioni.
Ogni persona troverà e sentirà una combinazione di suoni e parole diverse a seconda delle motivazioni che la spingono a scandagliare la canzone, detto in soldoni, la mente vede e ascolta ciò che vuole vedere o sentire.
Le tragedie a cui assistiamo quotidianamente purtroppo hanno un’origine molto umana, e lo capiscono anche gli abitanti di Carl Junction dopo la morte di Stephen Newberry.
Inizia il processo, e la tensione si affievolisce nel giro di qualche mese.
Gli abitanti di Carl Junction dopo la morte di Stephen Newberry come dicevamo si fanno inizialmente condizionare dalle dichiarazioni di chi ha scatenato il panico satanico, ma col tempo la cittadina scende a patti con la propria responsabilità.
Jim Hardy accetta un accordo con la Procura, che propone di escludere la pena di morte in cambio di una piena confessione, e si dichiara colpevole di omicidio di primo grado, deve ovviamente anche testimoniare contro Pete e Ronald.
Questi ultimi invece decidono di affrontare il processo.
Nel caso di Ronald Clements la difesa cerca prima di invalidare la sua confessione, non c’era un legale presente con lui, e poi coinvolge uno psichiatra che diagnostica all’imputato un disturbo della personalità, ma l’avvocato dell’accusa fa notare che l’omicidio di Newberry è frutto di una mente lucida, è stato programmato nei minimi dettagli e in più occasioni.
Anche Roland e Clements vengono condannati per omicidio di primo grado, la pena per tutti è l’ergastolo senza possibilità di scarcerazione sulla parola.
Nel 2016 però la Corte Suprema rivaluta il caso.
I ragazzi erano minorenni quando hanno ucciso la loro vittima, pertanto è possibile valutare un rilascio dopo aver scontato la pena prevista dal codice penale minorile.
Così Ron e Pete vengono rilasciati nel 2021 sulla parola, secondo il dipartimento di correzione hanno un lavoro e si stanno comportando bene, preferiscono non esporsi con i media.
Jim Hardy in prigione si diploma, fa da tutor ai giovani detenuti, segue programmi e terapie, un detenuto modello secondo la direttrice.
Esce a 57 anni nel 2022, trova un lavoro, frequenta la famiglia d’origine.
Marlys ha dichiarato che ritiene che sia giusto così, devono rifarsi una vita, hanno pagato per ciò che hanno fatto.
Durante gli anni in prigione gli assassini le hanno scritto delle lettere in cui esprimevano il loro rimorso per la morte di Stephen.
“Do you know where your children are?” chiede ancora la televisione.
Lo sapete dove sono i vostri figli, cosa stanno facendo, con chi sono?
La comunità di Carl Junction è chiamata ad interrogarsi: noi dove eravamo?
Genitori, insegnanti, tutti disattenti, indifferenti a una deriva sempre più brutale.
I ragazzi non erano nuovi alla violenza, avevano già torturato e ucciso diversi animali, l’uso delle droghe era noto.
“Mi hanno sentito parlare dei sacrifici di animali.” racconterà Jim “Lo facevo nella mensa, c’era un sacco di gente, tra cui gli insegnanti.”
C’erano stati diversi ritrovamenti di animali torturati e sgozzati, cani impiccati, in alcune case abbandonate erano stati dipinti dei simboli satanici.
Ma nessuno aveva mai denunciato un sospetto, un timore.
I compagni di scuola tornavano a casa e raccontavano ai genitori cosa avevano ascoltato, ma nessun adulto ha pensato di parlare con il preside, con i genitori dei ragazzi coinvolti.
Tutti avevano sentito, nessuno era mai intervenuto.
Le famiglie degli assassini hanno il compito più difficile, scendere a patti con la propria inadeguatezza.
Credevano di sapere dove fossero i loro figli.
Erano in casa, ma la loro fantasia sadica e omicida li stava portando altrove.
I genitori erano stati informati dalla scuola, avevano visto il comportamento distruttivo dei figli tra le mura domestiche, sapevano delle droghe, e hanno comunque scelto di non vedere, di ignorare, “è una fase, passerà.”
Perché non pensi mai che possa succedere te.
Non pensi mai che tuo figlio possa essere ucciso dagli amici, non pensi mai che tuo figlio possa uccidere un amico.
Eppure succede.
E la responsabilità non è certo in una canzone rock, in un film, in un libro.
Un genitore che chiude gli occhi di fronte al disagio di un figlio, invece, è un luogo oscuro in cui ci si può perdere, per non uscirne mai più.


