sabato 9 ottobre 2021

Le antiche radici europee di Halloween.


Ogni volta che si nomina Halloween ci tocca leggere una serie di castronerie ignoranti che etichettano questa festa come un’americanata o peggio, una festa demoniaca.
Ecco, è ora di sfatare queste false credenze.
Halloween non ha nulla a che vedere col diavolo, non celebra la morte a discapito della vita, e soprattutto non è nata negli States.
E’ una celebrazione di origine europea ricca di usanze e tradizioni nobili e positive, e molte di queste trovano la loro antica origine anche in Italia.
Partiamo dal principio.
Ogni popolazione ha inserito nel proprio calendario rituale e liturgico le commemorazioni dei martiri e degli antenati, famigliari e i morti con onore.
Nel caso della religione cristiana esse cominciarono ad esser celebrate attorno al IV secolo dopo Cristo.
La Chiesa siriaca d'Oriente iniziò a celebrare i santi nel tempo pasquale, la chiesa bizantina collocò le celebrazioni dopo la Pentecoste.
La Chiesa romana invece iniziò a farlo a partire dal 610 dC per volontà di papa Bonifacio IV che scelse il 13 maggio come giorno dei santi e della Vergine Maria.
La scelta di questa data non è casuale, infatti Bonifacio si era riallacciato alla tradizione romana dei Lemuria che si svolgeva in questa data. Erano giornate in cui gli antichi romani celebravano dei rituali per esorcizzare i lemuri, ovvero i fantasmi, gli spiriti dei defunti impazziti a causa di una fine violenta.
Alcuni secoli dopo si decise di spostare la celebrazione di Ognissanti al 1º novembre. 
Dal 731 dC questa decisione riguardò solo i territori di Roma, successivamente su richiesta di Papa Gregorio IV nel 835 l'imperatore Ludovico il Pio estese la festa delle reliquie cristiane di tutti i santi in data il 1º novembre in tutti il regno franco.
Sarà solo nel 1475 con Sisto IV che questa data per la celebrazione di Ognissanti diverrà obbligatoria per tutta la Chiesa di Occidente.
La scelta del 1º novembre non è casuale.
La convivenza tra le diverse culture europee ha portato la necessità di far coesistere ritualità di diverse religioni, fino a portarle ad integrarsi tra loro, ne ho parlato ad esempio nel mio articolo sulla festa di San Patrizio.
Questo processo di unificazione ha riguardato anche la festa di Ognissanti.
Il 31 ottobre da secoli in Europa le popolazioni celtiche e pagane festeggiavano un antico sabba dedicato alla fine del raccolto e alla celebrazione degli spiriti e degli antenati.
Il suo nome più conosciuto è sicuramente Samahin, il capodanno celtico.
Samhain, nelle varie declinazioni della lingua gaelica, significa letteralmente “fine dell’estate”.
Nelle culture precristiane pagane e celtiche il tempo e le stagioni si susseguono in un calendario circolare in cui tutto si ripete, scandito da diverse celebrazioni.
Il 31 ottobre la ruota dell'anno termina il suo ciclo per cominciarne immediatamente uno nuovo.
Finisce una stagione, si raccolgono i frutti del lavoro agricolo, c'è la vendemmia, ci sono le diverse mietiture.
Il tempo dell'estate lascia spazio all'autunno, la natura viva e vibrante piano piano lascia spazio al riposo.
È un sabba particolare quello di Samhain: si trova a metà strada tra il vecchio e il nuovo anno, un giorno che non esiste, come dicevano i Celti.
La natura si prepara all'inverno, alla fine, a una morte che in realtà è solo un lungo sonno.
Le popolazioni europee che vivevano dei frutti del lavoro agricolo affidavano le nuove semenze ai defunti, affinché le proteggessero.
I semi e i morti, entrambi nell’oscurità della terra, in attesa di un cambiamento, di una rinascita.
Per i popoli antichi infatti i morti continuavano una nuova esistenza sotterranea, in attesa del cambiamento, e avevano il potere di gestire i raccolti, propiziarli o addirittura di farli marcire.
Per questo era molto importante commemorare i defunti dedicando loro altari imbanditi di offerte e preghiere.
In questi giorni di Samhain quindi si dedicava del tempo al ricordo degli antenati e si organizzavano banchetti in loro onore.
Da qui la tradizione, diffusa anche in Italia, di lasciare del cibo sulle tombe e apparecchiare la tavola del 31 ottobre tenendo un posto d’onore per il famigliare defunto.
I morti sono i nuovi custodi dei semi, tanto che in molte regioni italiane, ad esempio Piemonte e Sicilia, è tradizione seminare i campi proprio il giorno di Ognissanti. 
Le tradizioni per la fine del nuovo anno si intrecciano dunque con quelle legate al culto dei morti e degli antenati.
Per gli antichi infatti in questi giorni il mondo dei vivi e quello dei morti sono più vicini, si sfiorano, il secondo si apre verso il primo in un reciproco scambio. 
Le porte dell'aldilà si aprono permettendo il passaggio degli spiriti.
Per loro offerte in cambio di benevolenza, commemorazione in cambio di buona fortuna.
Ogni popolazione, ogni cultura, ha un proprio modo di celebrare l'equilibrio tra la vita e la morte e i giorni di Samhain, data la vicinanza del mondo dei vivi con l'aldilà, sono il periodo più appropriato per farlo.
Per queste ragioni i monaci irlandesi e anglosassoni, da sempre in contatto con le tribù celtiche, iniziarono a fare pressione sul Papa affinché trovasse finalmente una ritualità comune con la cultura delle popolazioni locali.
Trovare un'affinità nel celebrare questa festa avrebbe evitato divisioni e il proliferare di superstizioni antiche, e soprattutto il ritorno a un nuovo paganesimo ai danni della fede cristiana.
C'era anche un motivo più pratico che spinse la Chiesa ad approvare questa integrazione, ovvero garantire sostentamento ai pellegrini.
Il periodo migliore era proprio la fine dell'estate, tempo in cui si vendemmiava e si mietevano i campi e le colture. Un tempo in cui ci sarebbe stato cibo in abbondanza per tutti.
Ecco quindi che la celebrazione cristiana dei morti si sovrappone alla perfezione a quella precristiana e pagana in cui si festeggiava la fine del raccolto.
Questa associazione portò l’attenzione sul fatto che non era sufficiente ricordare solo i martiri e i santi.
La volontà di celebrare la vita e il ricordo degli antenati era un caposaldo della religione delle popolazioni europee, fin dall’epoca romana, pertanto la Chiesa si adeguò anche su questo.
Fu ritenuto doveroso aggiungere una giornata di commemorazione di tutti i defunti il 2 novembre, che verrà istituita solo nel 998 dC grazie alla riforma di Odilone di Cluny, abate benedettino che per primo decise di celebrare i morti facendo risuonare per loro le campane del suo monastero dopo i vespri in quella data.
Successivamente questa pratica venne adottata da tutta la Chiesa Cattolica e divenne un rito canonico.
Questa cristianizzazione non portò a cancellare i tratti originali della festa pagana e celtica di fine anno, le due celebrazioni in origine vennero accostate, si fusero in certi tratti. 
Abbiamo citato in particolare Samhain e le celebrazioni celtiche, ma è importante precisare nuovamente che questa festa era ed è diffusa in tutta Europa, con nomi diversi a seconda della zona geografica.
Anche in Italia, lo vedremo in modo approfondito più avanti, esistono tradizioni secolari per celebrare i defunti, tradizioni che assomigliano molto a quelle celtiche e nordeuropee.
Andando a ritroso nel tempo scopriamo che già i Romani celebravano rituali particolari durante le giornate dei Lemuria, li abbiamo nominati prima, e credevano che in alcuni giorni, nello specifico il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre, gli spiriti potessero tornare a vagare sulla terra.
È la tradizione del Mundus Cereris, che metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti. 
Un intero continente quindi che presenta tratti comuni seppur differenti nel modo di commemorare i propri defunti e render loro omaggio.
A proposito di denominazioni, dobbiamo chiarire perché siamo arrivati a chiamare questa festa Halloween.
Il nome Halloween deriva dall’uso del termine Ognissanti, che col tempo verrà accostato fino a sostituire il nome Samhain quando si fa riferimento a questa celebrazione.
Il nome di questa giornata in inglese è All Hallows' Eve, che tradotto significa "Notte di tutti gli spiriti sacri", col tempo, successivamente all’arrivo degli europei negli Stati Uniti e al diffondersi di film e romanzi, diventerà Halloween nel gergo comune.
Abbiamo dunque smascherato anche quella diceria che afferma che Halloween sia un'americanata, una festa da disprezzare perché non ci appartiene.
Che si chiami Samhain o Halloween comunque l'anima antica europea di questo giorno rimane la stessa.
E anche gli usi e le tradizioni, seppur diversi a seconda dei luoghi e delle culture in cui sono nati, sono tutti legati da radici comuni, che rendono Samhain/Halloween una celebrazione davvero universale.

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