mercoledì 1 dicembre 2021

Il 25 dicembre, dai Saturnali al Natale cristiano.


Il Natale è una festa universale che racchiude in sé l'eco tangibile di tradizioni antiche.
Spesso questo dettaglio viene accantonato, volutamente o meno, in nome dell'integralismo culturale e religioso.
Ma è sbagliato delimitare l'essenza del Natale unicamente al cristianesimo, infatti l'appartenenza alla fede cristiana è solo l'ultimo atto della creazione di questa festività, il contributo finale, la sua denominazione.
Il Natale come lo conosciamo oggi è frutto di una bellissima integrazione tra culture e fedi diverse.
La religione romana, i rituali pagani di Yule, le tradizioni ebraiche di Hanukkah.
Di quest'ultima ad esempio abbiamo parlato in precedenza: Gesù e soprattutto i suoi discepoli, nati nella fede giudaica, hanno attinto alle usanze del loro popolo di origine per celebrare le nuove festività dei primi cristiani.
Oggi parliamo di una celebrazione antica che in particolare ha influenzato gli usi e le tradizioni del Natale cristiano, i Saturnali.
In quello che si tempi era il decimo mese del calendario romano, December, nell'impero Romano si avvicendavano diverse celebrazioni.
Il 13 dicembre avevano luogo i Telluri, feste dedicate a Cerere, dea della terra; il 15 si festeggiavano i Consualia, in onore del Dio del grano, Conso. 
I Saturnali o Saturnalia erano una delle maggiori e popolari feste religiose di Roma, si celebravano ogni anno dal 17 al 23 dicembre in onore del dio Saturno.
In origine erano una festa agricola dedicata solamente alla dea Opa, compagna di Saturno, che vegliava sull'abbondanza dei raccolti.
I Saturnali erano molto amati in quanto erano considerati un periodo di trasgressione, in questi giorni al popolo romano venivano offerti banchetti e giochi circensi, veniva permesso il gioco d'azzardo, inoltre per un giorno gli schiavi potevano vivere da uomini liberi.
Ci si mascherava, anche facendosi beffe degli uomini politici più importanti, senza paura di ritorsioni.
Le scuole chiudevano, era proibito dedicarsi al lavoro agricolo, alla politica e alla guerra. 
Le città venivano addobbate con ghirlande di fiori invernali e fiaccole.
I Saturnali prevedevano sacrifici di animali nei templi dedicato a Saturno, per accattivarsi la sua benevolenza e ottenere prosperità e abbondanza nell'anno a venire.
In questi giorni ci si scambiava piccoli doni, anche tra padrone e servitù, in nome della fraternità e dell'uguaglianza.
Tra i doni più diffusi c'erano dolci di noci, datteri e miele, e delle statuette d’argilla rossa, le strenne, in onore della déa del solstizio d'inverno, Strenua.
Terminati i Saturnali, il 25 dicembre si festeggiava un’altra ricorrenza importante per i Romani, quella del Dies Solis Invicti, cioè la Natività del Sole Invincibile, che secondo il mito sconfiggeva le tenebre portando nuova luce nel mondo.
Fu l'imperatore Aureliano, nel 274 dC, a introdurre a Roma per primo l'immagine del Sole invitto all'interno delle celebrazioni dei Saturnali, ispirandosi alla divinità siriaca a cui dedicò il tempio di Campo Marzio. In questo modo l'imperatore pensò di poter unire le diverse forme religiose presenti nell'impero sotto il culto del Sole.
Le radici del Natale sono particolarmente evidenti in questa festività romana.
Abbiamo già precisato che il Natale è nato dalla commistione di diverse tradizioni, e si può affermare che il contributo maggiore arriva proprio dai Saturnali romani, soprattutto se ci soffermiamo a riflettere sulle similitudini con le usanze natalizie dei giorni nostri.
A Natale la società si ferma (certo, un discorso a parte lo meriterebbe il tema del consumismo...) ci si riunisce per festeggiare in famiglia e scambiarsi i doni, riscoprendo una nuova generosità.
Il Natale cristiano in particolare onora un evento speciale, la nascita di Gesù Cristo, colui che porterà la luce in un mondo oscuro, colui che dovrebbe segnare una nuova era di pace e fratellanza.
Ho spesso ricordato nei miei articoli che le usanze religiose pagane hanno avuto notevole influenza sulle celebrazioni cristiane.
Il caso dei Saturnali è emblematico, perché ha condizionato in modo sostanziale le norme cristiane. 
La necessaria convivenza armonica tra la cultura pagana e il cristianesimo portò alla decisione di spostare la data della nascita di Cristo dai primi di gennaio al 25 dicembre, per farlo combaciare con la celebrazione romana del Sol Invictus. 
Le due celebrazioni vivranno una a fianco all'altra per molti secoli, la loro sovrapposizione non fu immediata come si può erroneamente pensare.
La prima testimonianza della celebrazione del Natale il 25 dicembre come Dies Natalis Christi risalirebbe infatti solo alcuni secoli dopo la morte di Gesù.
Infatti è solo con il IV secolo dC che il calendario cristiano inizia a prendere forma, ciò avviene grazie all'influenza di due calendari: quello romano e quello ebraico.
L’influenza giudaica si percepisce soprattutto nella divisione della settimana in 7 giorni anziché i 10 del calendario greco, e nella ripresa del concetto di giorno in cui riposarsi. Il calendario cristiano porterà questo giorno dal sabato alla domenica, il giorno dedicato al Signore, in cui vige l’interdizione dal lavorare.
Dal calendario ebraico si riprende l’uso di una festa mobile, la Pasqua, con una data che varia a seconda dei cicli lunari, e la si affianca con le festività fisse già presenti nel calendario romano.
C’è quindi un’unione tra il calendario solare e quello lunare.
Il riposo domenicale e i criteri per fissare le date della Pasqua (la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera) furono decretati dal concilio di Nicea del 325 dC.
Dalla Pasqua dipenderà poi l’Ascensione, 40 giorni dopo, e la Pentecoste, 50 giorni dopo.
La Chiesa a questo punto decise che le date dedicate alla nascita di Gesù e ai principali santi e apostoli dovessero essere poste in giorni già dedicati ad altre feste e celebrazioni del calendario precristiano, conservando alcuni contenuti e significati.
Per questo come dicevamo venne scelto il 25 dicembre, giorno in cui si celebravano la nascita del dio Mitra e culmine delle feste per il Sole Invitto, come data della venuta di Gesù Bambino.
La nascita di Gesù viene associata a quella del Sole invincibile, questo accostamento fu possibile anche grazie ad alcuni richiami evangelici, ad esempio Giovanni 8, che recita: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre
Inoltre molte rappresentazioni di Gesù lo raffiguravano come un nuovo Apollo circondato da aureole di luce dorata, ne abbiamo alcuni esempi nelle catacombe cristiane di Roma.
Dunque le basi per il successo di questo accostamento erano già di per sé favorevoli.
Inoltrerò diversi teologi già affermavano che Gesù fosse nato il 25 dicembre.
Per avere una datazione ufficiale e comunemente accettata dalla società dell'epoca si dovrà attendere il 336 dC, informazione che troviamo nel Calendario Romano Filocaliano del 354. La presenza di questa data nel calendario fa presupporre che questa essa venisse festeggiata anche negli anni precedenti.
Un ruolo importante in questa sovrapposizione lo giocò senza dubbio la politica dell'imperatore Costantino, basta pensare all'editto di Milano (313 dC) firmato da lui e Licinio, chiamato anche editto di tolleranza, che permise la libertà della confessione cristiana e non solo, accostò volutamente la figura del Dio cristiano a quella del Dio sole, quasi senza fare particolari distinzioni tra le due.
Successivamente a questo accordo Costantino promosse con insistenza il culto del Dio dei cristiani ed emanò leggi chiaramente ispirate e a favore del al culto cattolico, influenzando inevitabilmente gli usi del popolo romano.
Da lì in poi, generazione dopo generazione, la celebrazione del Natale cristiano inizierà a sostituire nella cultura e nella religiosità popolare quella del Sol Invictus, in particolare con la'editto di Teodosio del 392 dC, con il quale saranno proibiti i culti pagani pubblici e privati sul territorio dell'impero.
Le tradizioni romane dei Saturnali furono comunque conservate ancora per tanti secoli nei territori più rurali e l'aristocrazia più fedele, l'evangelizzazione non toccò certi ambienti fino al V secolo, VIII secolo addirittura nei territori germanici.
Nonostante la cristianizzazione, spesso violenta, dell'Europa l'anima e le usanze dei Saturnali sono ancora visibili e celebrate ai giorni nostri, anche se con nomi e aspetti diversi.
Una radice che non è stata e non sarà mai estirpata del tutto.

Nessun commento:

Posta un commento