martedì 5 gennaio 2021

Un intero pantheon al femminile racchiuso nelle origini della Befana.


La Befana è un personaggio molto amato dalla tradizione popolare europea.
Fa simpatia questa vecchietta che a cavallo della sua scopa sfida il freddo per portare dolcetti ai bambini.
È una figura del folklore natalizio, il suo nome è una storpiatura del termine Epifania, infatti la Befana arriva proprio in questa data.
La figura di questa vecchina nasce dal mescolarsi di più tradizioni pagane, e strizza l'occhio alla storia dei re Magi.
Come i saggi venuti dall'oriente, di cui ho parlato in un precedente articolo, ella porta dei doni ai bambini.
Ma la sua natura ha radici antiche che affondano nelle religioni celtiche e germaniche, nelle figure femminili che rappresentano l'inverno.
Prima su tutte è certamente Perchta, la Splendente, la Madre invernale, rappresentata come una vecchia con la gobba, il naso aquilino e lunghi capelli bianchi, vestita di stracci, ma anche come una giovane fanciulla dalla pelle candida.
Il suo nome deriverebbe da Birtch, la bianca betulla. 
La sua immagine è parallela a quella di Frau Holle dalla mitologia norrena, conosciuta anche come Holda, la divinità che protegge le giovani donne. 
Figure femminili dal mondo nordico, di appartenenza culturale diversa eppure così simili nel loro essere.
Perchta, Holle, Holda, che volano sopra i campi di notte rendendoli fertili, un dono per i popoli.
Figure che percorrono i dodici giorni che dal solstizio d'inverno arrivano ai primi di gennaio, quelli che ora chiamiamo le dodici notti di Natale.
Sono dunque dee dell'abbondanza, che con la loro doppia immagine di giovane e vecchia che si avvicenda nel tempo ci ricordano che dopo il lungo inverno la natura rinasce più rigogliosa. Ci insegnano la pazienza e la gratitudine.
Esse sono le signore delle bestie dei boschi, poiché proteggono gli animali e vi parlano, infatti spesso vengono associate alla figura del Krampus dato che secondo le leggende di circondano di creature fatate.
Le dee tessono un telo di lino, un richiamo al mondo degli spiriti, e non solo.
Perchta come Holle viene definita la nonna dell'oscurità, in quanto era considerata colei che con dolcezza accompagnava nell'aldilà le anime dei bambini morti in tenera età.
Saltano all'occhio le similitudini con la nostra Befana, il volare su una scopa di notte, il portare doni, l'affetto per i più piccoli.
In questi giorni le case devono essere costantemente pulite e i pavimenti spazzati, da qui il richiamo alla scopa, che diventa col tempo un simbolo benaugurante. 
Non c'è solo il paganesimo nordico, la Befana si ispira anche a divinità del pantheon romano quali Strenua, la dea romana che benediva il gesto dello scambiarsi i doni, le strenne, durante i Saturnali, ma anche Diana, che proteggeva la natura e i boschi e le loro creature, e Abundia, dea dell'abbondanza e dei ricchi banchetti.
Tante donne, tante immagini del femminile giungono a noi racchiuse in una piccola donnina generosa a cavallo di una scopa.
La vera dolcezza e la reale bellezza dell'Epifania.




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